Talvolta quel che ti serve arriva così... inaspettatamente, Justn incontra Hagrid per la prima volta.

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RubeusHagrid*
view post Posted on 31/8/2009, 13:39




Ora ti spiego meglio. Tu saprai che noi Auror combattiamo Tu-Sai-Chi ed i suoi seguaci, i Mangiamorte... No?
Justin annuì, per quel poco che ne avesse capito, andava così. Il custode, poi gli pose la mano sulla spalla e mentre lo studente lo fissava negli occhi continuò: Benissimo. Tu sai anche che per diventare Auror bisogna dimostrarsi abili e valorosi, e disposti a dare la vita per difendere quella altrui. Bene, molti sono gli studenti che cercano di sostenere questa sfida. Alcuni riescono a sostenerla, altri non riescono ad ottenervi l'accesso. E' stata una delle mie migliori trovate, quella di dare l'opportunità agli studenti in difficoltà, di mostrarsi abili. Solo coloro i quali si chiedevano tempestivamente una spiegazione, o coloro i quali volessero agire senza sapere come, riescono a trovare il passaggio per questa sfida. Ovviamente solo gli studenti che non abbiano raggiunto il GUFO hanno l'opportunità di sfidare se stessi. Coloro i quali hanno già conseguito il GUFO, possono seguire l'iter ordinario per divenire Auror e arruolarsi dalla nostra parte. Hagrid guardò in faccia lo studente, sembrava aver appreso tutto, e desideroso di saperne di più.
Tra coloro che, come te hanno sostenuto la sfida, ci sono quelli che non riescono a superarla, e quelli che invece la hanno superata, quest'ultimo elenco è particolarmente breve. Il tuo è il secondo nome della lista. Soltanto *UHM UHM* Hagrid schiarì la gola, prima di pronunciare quel nome, poi pensò che addirittura non fosse il caso di dirlo, per cui proseguì dicendo: Un altro studente e tu avete superato la sfida. Ottenendo, quindi, 15 punti in più al conseguimento degli esami GUFO. Non ho mai conosciuto lo studente che ti ha preceduto, non so della sua sorte, ma questo potrebbe non interessarti. Justin annuì, poi di colpo il calice si illuminò. Fumo evanesceva dalla apertura superiore.
-It's time for you to be back.
Hagrid doveva andare, il calice sarebbe svanito, e addio passaporta. Così si avviniò al calice e annuì, infilò la mano destra nel taschino interiore, nel lembo sinistro della giacca. afferrò una penna bianca, luminosa. Guardò in faccia lo studente, poi gli chiese: Qual'è il tuo nome? Lo studente rispose, poi aggiunse: Hai un secondo nome? Lo studente rispose ancora, Hagrid aggiunse: Il tuo cognome? Justin rispose, Hagrid aggrottò la fronte, poi scrisse per esteso il nome dello studente in aria, sopra al calice. La traccia lasciata dalla penna, presto divenne fumo evanescente. Assorbito dal calice, il fumo svanì. Hagrid infine salutò lo studente stringendogli la mano e dicendo: Devi essere stato valoroso. Complimenti, Justin, fai onore a quel che porti al petto. Indicando lo stemma Grifondoro. E' stato un vero piacere, e spero di incontrarti presto al castello. Sai dove abito, anche se forse non ci sei mai stato. Se dovessi avere problemi, dubbi, domande, non esitare. E' ora per me di andare. Abbassando e rigirando lo sguardo, Hagrid gli diede una pacca sul braccio, come al solito era imbarazzato. Amava troppo essere amichevole, specie con i giovani Grifondoro. Detto questo, avvicinò la mano alla passaporta, salutando anche con lo sguardo lo studente, il quale rattristito, lo guardava andare.
Afferrata la passaporta. fu folgorato da un fascio di luce che lo avrebbe riportato ad Hogwarts. Qualcosa, però, non era andata come pensava.
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 3/9/2009, 13:57




Justin ascoltò tutta la spiegazione, e fu ben lieto di aver ricevuto un premio per il conseguimento dei GUFO. Hagrid era stato chiarissimo, e molto disponibile.
-Con i Grifondoro, poi... pensò Justin, annuendo.
Rispose alle domande del custode, gli fornì i suoi dati, nome e cognome, e fu ben lieto di essere istruito. Hagrid, poi, gli aveva proposto di andargli a far visita ad Hogwarts, nella sua capanna.
-Prima o poi andrò a visitarlo. Lui deve aver vissuto qui ad Hogwarts per tempo, deve pur conoscere quella sfasata di mia madre.
Mentre Justin si era soffermato a pensare, Hagrid lo stava salutando, si stava per smaterializzare per giungere nella sua dimora.
Aspetta, tu... Non riuscì a finire di parlare, che già un grosso fascio di luce stava per ricoprire il custode, così, impulsivamente pensò di agire.
-E' una delle poche alternative alla bocca di mia madre, sento che saprà cosa dirmi. Lui sa rispondere sempre.
Così afferrò con entrambe le mani, il polso del custode, e presto la luce avvolse anche il suo corpo.
Un flash, gli occhi gli si chiusero istintivamente. Li riaprì, si ritrovò in una umile dimora. Un camino luminoso creava una atmosfera accogliente e calorosa. Un grosso cane dal pelo scuro ed il vello raggrinzito giaceva su di un tappeto dalle colorazioni calde. Calma e stanca, la creatura aveva poggiato la testa sulle zampe anteriori, che aveva disteso sul tappeto. Palpebre socchiuse, aspetto sonnacchioso, pigro e indifferente.
Continuò ad esplorare la capanna, poi avvicinatosi ad Hagrid, che era sorpreso di vederlo materializzarsi in casa sua, si ricordò che doveva assolutamente restituire quel libro alla studentessa di serpeverde, chissà quale pegno poteva riservargli. Aperta la borsa, lo vide, lo afferrò, e lo mostrò ad Hagrid. Il custode lo sfogliò, poi capì che si trattava del diario di una ragazzina. Niente di importante, dunque. A quel punto, però, Justin si sentì costretto a restituirlo, al più presto possibile.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 3/9/2009, 14:20




Il custode, appena ebbe afferrato la coppa, si sentì stringere forte il polso sinistro, quello che non reggeva la coppa. Forte, la presta era di Justin, lo studente che era riuscito a superare la sfida. Materializzatosi, poi, capì che si trattava di lui, e stupito gli chiese: E tu, cosa ci fai qui? Perchè... mai... Sguardo interrogativo, e mani sconsolate, Hagrid doveva capire perchè mai lo aveva seguito, mi hai afferrato il braccio? Justin sembrò non rispondere, e distratto si aggirava per la casa, espressione curiosa e soddisfatta, la divisa si era un po' sconvolta, ma era andata bene. Si era soffermato a guardare Thor, Hagrid sorrideva.
Il custode lo invitò ad accomodarsi,
-Magari parlando, mi spiegherà... no?
però Justin non volle accomodarsi, e notando la sua borsa ancora a tracollo, si era ricordato di dover restituire il diario alla studentessa.
Lo mostrò ad Hagrid, il quale con aria sospetta lo guardava.
-Strano, deve appartenere ad una studentessa. Aspetta un po'...
poi lo aprì e lesse tutta la scheda di dati inseriti da Aileen.
-Oh bene, una serpeverde, purosangue, ricca. Senza dubbio una spietata ragazzina. Magari vuole restituirlo, dunque...
Ehi, ma cosa ci fa questo tra le tue mani?... Cioè, nella tua borsa... Justin gli spiegò che si era fermato a parlare con la studentessa, e gli raccontò tutta la verità riguardo a quella mattinata.
-Interessante. pensò il custode.
Poi, però, Justin sembrò determinato a voler uscire, fuori da quel luogo. Hagrid, non sapendo cosa dire allora, gli promise di aspettarlo lì. Justin sarebbe andato in sala comune, c'erano i suoi amici Grifondoro, e poi avrebbe dovuto restituire quel dannato diario.
-Strano, però... cioè perchè mi ha seguito... cosa vorrà da me? Cosa avrà visto in me? si chiedeva.
Poi, vedendolo afferrare la maniglia del portone gli disse: Vai pure piccolo, ti aspetto qua. Non è così tardi, non penso abbia bisogno che ti accompagni. Ti preparerò qualcosa di speciale, vedrai.
Incuriosendo il giovane, lo lasciò andare, sperando che sarebbe ritornato, a parlargli di quel che gli serviva.

SPOILER (click to view)
Ninihièl posta di nuovo la stessa cosa qua sotto, non è ordinato così. Ti do il testo da copiare...

CODICE
Ora la giovane Slytherin si trovava di fronte al portone della Sala Grande. Fece un grande respiro. Chiuse gli occhi stringendo le palpebre più che poteva.
<i>E' solo un bambino..e ha preso il mio diario..ora vado là dentro e me lo riprendo..me lo riprendo..</i>.
Cercava dentro di sè una forza che sapeva di avere, ma che per qualche motivo all'improvviso sentiva scalfita. Non era mai stata fragile eppure avrebbe voluto morire. Era la rabbia che la stava uccidendo. E lei <u>doveva</u> tenere a bada il suo istinto.
<i>E' facile..l'ho fatto spesso..lo faccio sempre..Tutto quello che mi occorre è controllarmi..</i>.
Non sarebbe stata violenta. Non impulsiva. Solo molto dura. Incisiva.
Quel tanto che sarebbe bastato ad insegnare a quel biondino un pò di rispetto. Lei i piedi in testa non se li faceva mettere..MAI.
L'attimo prima di spingere il portone contrasse tutti i muscoli del suo corpo. Sembrava chiamarli a rapporto. Eccola. Ora stava entrando a passo deciso. Senza fretta percosse il Salone fino a quando arrivò al Tavolo dei Grifondoro. I suoi occhi divennero acuti. Come il falco che cerca la preda lei mirava al suo obiettivo. E là, fra un mucchio di gente, lo aveva trovato. Un ghigno di soddisfazione fece la sua comparsa tra quelle labbra. Senza abbassare lo sguardo raggiunse quel ragazzo..
 
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ninhièl
view post Posted on 3/9/2009, 17:58




Ora la giovane Slytherin si trovava di fronte al portone della Sala Grande. Fece un grande respiro. Chiuse gli occhi stringendo le palpebre più che poteva.
E' solo un bambino..e ha preso il mio diario..ora vado là dentro e me lo riprendo..me lo riprendo...
Cercava dentro di sè una forza che sapeva di avere, ma che per qualche motivo all'improvviso sentiva scalfita. Non era mai stata fragile eppure avrebbe voluto morire. Era la rabbia che la stava uccidendo. E lei doveva tenere a bada il suo istinto.
E' facile..l'ho fatto spesso..lo faccio sempre..Tutto quello che mi occorre è controllarmi...
Non sarebbe stata violenta. Non impulsiva. Solo molto dura. Incisiva.
Quel tanto che sarebbe bastato ad insegnare a quel biondino un pò di rispetto. Lei i piedi in testa non se li faceva mettere..MAI.
L'attimo prima di spingere il portone contrasse tutti i muscoli del suo corpo. Sembrava chiamarli a rapporto. Eccola. Ora stava entrando a passo deciso. Senza fretta percosse il Salone fino a quando arrivò al Tavolo dei Grifondoro. I suoi occhi divennero acuti. Come il falco che cerca la preda lei mirava al suo obiettivo. E là, fra un mucchio di gente, lo aveva trovato. Un ghigno di soddisfazione fece la sua comparsa tra quelle labbra. Senza abbassare lo sguardo raggiunse quel ragazzo..

SPOILER (click to view)
fatto..grazie
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 4/9/2009, 13:53




Aperta la porta con forza e coraggio, si ritrovò i n una atmosfera più familiare. I giardini di Hogwarts.
-Beh, questi li conosco, e come! pensò.
Veloce e determinato accelerò il passo, montò la salita e raggiunse il cerchio di pietre, il ponte, ed arrivò al castello. Oltrepassato il portone d'ingresso si diresse immediatamente verso la sala grande. Si ricordò che proprio in quel pomeriggio, alle 6.00 pm c'era una riunione tra gli studenti grifondoro, in sala grande.
Accomodatosi al grosso tavolo, però, appoggiò la borsa a qualche metro di distanza, forse due posti più in avanti, e quasi stava dimenticando l'importanza del contenuto. Mentre parlava con i suoi amici, poi, vide qualcosa di insolito.
-Verde, argento... cos'è una serpeverde?
Ebbene sì, era proprio lei, Aileen. Era arrivata tutta infuriata alla ricerca di quel diario. Justin, appena la vide si ricordò della mattinata, e come un flash gli balzò in mente il ricordo di quel sogno torturante. Poi, però si ricordò che doveva restituire immediatamente il diario.
-E' di certo la motivazione per cui è venuta qui, o per lo meno, questo è il motivo evidente, quello latente... chi lo sa.
La vide avvicinarsi con aria da superiore, movimenti altezzosi, sguardo acuto, braccia incrociate, come per indicare: Tu sai quel che voglio, e non ammetto scusanti. Bene, Justin si avvicinò a sua volta allo zainetto, prese il diario, senza proferir parola, e glielo porse. Lei lo afferrò velocemente, poi gli parlò. Justin, distratto dal suo modo di fare, non badò troppo alle parole, ma ai gesti. Scusa, me lo ritrovava per sbaglio. Se è tuo, e stai cercando questo, tieni pure... Aileen. Lei non ci pensò su due volte e lo afferrò, e senza parlar troppo, a malapena lo ringraziò. Si voltò di colpo, toccata dall'impatto con tutti quei grifondoro, impietosita, mosse i pochi passi che distavano dal portone della sala grande. Silenzio assoluto, i tacchi della studentessa battevano sul suolo a ritmo deciso, come da donna che sa quel che vuole. Afferrata la porta della sala, poi, la oltrepassò, e con espressione cattiva, per l'umiliazione che aveva subito, la richiuse.
Tutti attorno a Justin, il silenzio fu presto rimpiazzato da un brusìo, un brulicare di voci, pensieri e parole si susseguirono. Nicholas, poi, uno dei migliori amici di Justin, gli chiese chi fosse quella tipa, cosa volesse da lui. Quali affari stava celando, e perchè trattava con una serpeverde. Tutti, incuriositi aspettarono che Justin parlasse. Nulla rientrava in quello che l'immaginario comune di uno studente grifondoro riteneva regolare.
Il povero ragazzo, imbarazzato, fece qualche passo avanti, si voltò, perse la posizione centrale, non gli piaceva essere acccerchiato in quel modo blando.
Gli sguardi fitti di tutti, seguirono ogno movimento del suo corpo. Appena si voltò, poi, incuriosite, le orecchie erano pronte a sentirlo spiegarsi, ma egli si trattenne ancora un po'. Pochi istanti, poi ancora brusìo, stupore, meraviglia.
-Cos'è tutto questo? Non è accaduto proprio nulla, ma vaglielo a spiegare...
Mentre rifletteva, la voce di Nicholas lo interruppe. Gli chiedeva ancora spiegazioni, lo incitò a parlarne a tutti. Imbarazzato, decise di parlarne, improvvisare, qualcosa, almeno per uscire da quella condizione di "indagato". Abbassato lo sguardo, iniziò a girare in tondo, e a parlare.
Beh, ecco... Vediamo, come posso dire... Lei è una studentessa, la conosco da poco, ci siamo conosciuti così, per scambio. L'ho aiutata a ritrovare il suo libro, lo aveva perso. Annuendo, il gruppo di studenti rispettò la confessione di Justin, tranne Nicholas, che imperterrito, continuò a chiedergli spegazioni. Voleva sapere cosa sapesse di lei, se gli era così interessato, se avesse voluto parlarne in quel momento. Justin, dopo uno sguardo fulmineo, rispose: Ecco, vediamo, diciamo che è stata lei ad avvicinarsi, di lei non ne sapevo proprio nulla in principio, ora so solo il suo nome. Beh, poi... No... nessun interesse particolare. Scuotendo la testa, Justin questa volta fu più convincente. L'amico annuì, una pacca sul braccio destro, lui gli teneva il palmo sulla clavicola. La discussione continuò, dopo mezz'ora, l'assemblea fu sciolta. Justin salutò tutti, abbracciò i migliori amici, poi si voltò.
Lo sguardo al polso, l'orologio segnava le ore 7.40 della sera.
-Caspita! Devo tornare immediatamente a casa! Mia madre mi ucciderà! ...Aspetta e ora come faccio?
Camminando, aveva pensato. Uscito dal portone principale, si appoggiò su di un grosso sasso e pensò:
-Ma certo! Hagrid, lui può aiutarmi!
Senza trattenersi, si alzò, afferrò la borsa, la indossò, e si incamminò verso la capanna del custode. Si era fiondato come un missile, convinto che Hagrid fosse ad aspettarlo lì dentro. Correva disperato come un ossesso, pensava di fiondarsi sulla porta a chiedere aiuto. Qualcuno, però, era stato più previdente di lui, senza volerlo.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 4/9/2009, 14:36




Hagrid, non appena il giovane chiuse la porta, tirò fuori la coppa. La poggiò sul camino, poi pensò bene di metterla più in alto, su di una mensola, dove teneva dei flaconcini e delle ampolline di pozioni curative. Poggiatala, questa si appiccicò al piano e non si muoveva. Hagrid la guardò stranito, poi pensò.
-L'ho ideata io, e neppure mi ricordo come funzioni. Sto perdendo colpo, ah che stress.
Voltatosi, poi, la lasciò lì, non sarebbe successo nulla di rilevante, in alcun modo. Si ricordò che aveva promesso di far trovare qualcosa allo studente, e così si rimboccò le maniche, e si avvicinò ai fornelli. Afferrò una teglia rotonda, la ricoprì di burro e farina. In un altra terrina, mescolò del tritato di zucca, ed altri ingredienti. Versò il contenuto nella teglia, e la infornò. Nel frattempo, uscì di casa, si recò ne campo di zucche e afferrò una zucca piccolina. Tonda, ma colorita, dura ma dolce, la portò nella capanna. Aprì la porta, Thor lo stava aspettando come sempre disteso sul tappeto, all'ingresso. Non appena mise piede in casa, il cagnone si alzò, lo seguì. Hagrid si recò presso il lavello, lavò la zucca, poi la sbucciò. Divisala in pezzetti non troppo grossi, la mise nel frullatore, potenza massima. Afferrò un pentolino, vi versò del latte, accese un fornello, lo mise a riscladare. Versò il frullato di zucca ed altri ingredienti nel latte, per riscaldarli. Dopo pochi istanti, il latte ottenne un colorito giallastro, anzi, rossiccio, arancio. Il custode, fischiettando, rigirò la palettina di legno nel pentolino per un po' di tempo. Thor, nel frattempo si era allontanato. Hagrid non lo sentiva più strusciare vicino alle sue lunghe gambe da mezzogigante.
-Si dev'essere allontanato, dunque, il mascalzone.
Pochi istanti dopo, sentì un mugolìo, era Thor. Sbavava davanti al forno, un odorino niente male ne veniva fuori.
Hohhoho... ma che tesoro! Guarda un po' mi ha fatto la guardia al forno! Pronunciò Hagrid con un sorriso sulle labbra, sia per la felicità che per l'orgoglio. Si avvicinò, poi, afferrò le presine, aprì il forno. Thor indietreggiò, si sentiva un calore immenso. Il custode afferrò il dolce, era pronto, era cotto e dorato al punto giusto. Sformatolo dalla teglia, lo mise su di una tovaglia, sul tavolo. Anche il ripieno era pronto, il pentolino fumava e emanava un odorino delizioso. Afferrata la siringa, la riempì di quella cremina deliziosa. Poche iniezioni, il dolce era imbottito, e pronto per essere gustato dalle papille Grifondoro di Justin.
Non appena ebbe finito, poi, portò fuori un secchiello con le bucce di zucca, per le cornacchie che circondavano il campo di zucche.
Appena arrivò al campo di zucche, ribaltò il contenuto del secchiello in una mangiatoia larga e profonda. Appese il secchio al ramo di una quercia, e si incamminò per tornare a casa.
Giunto nei pressi della casa, sentì un movimento, sembrava dell'erba che si muoveva.
-Saranno le creature del campo... pensò.
Poi si voltò con lo sguardo verso il portone di casa sua. Il rumore sembrava essere sempre più forte, come se si stesse avvicinando, sembrava un rettile di taglia medio-grande.
Immobilizzato, Hagrid lo restò ad ascoltare, con la mano pronta ad aprire la porta.
Si voltò un attimo per vedere di che strana creatura si trattasse, e indovinate un po'...

Edited by RubeusHagrid* - 4/9/2009, 15:56
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 4/9/2009, 14:50




Justin arrivava veloce, all'uscio del portone, stava per schiantarsi. Quando, poi, vide Hagrid, che inaspettatamente era lì, impulsivamente immobilizzò il passo, ne conseguì un balzo, a gambe aperte. Per fortuna i riflessi del custode erano pronti, e a braccia aperte accolse lo studente.
-Imbarazzante, almeno quanto è piacevole. pensò Justin.
Lo studente si ritrovava in braccio al custode, il quale aveva retto bene il suo slancio, e lo aveva trattenuto dal cadere. Le gambe avvitate al corpo di Hagrid, e le braccia del custode che stringevano l'esile corpo dello studente, pochi istanti. Justin, imbarazzato allentò la stretta, lo stesso valse per il custode. Justin strisciò sul corpo di Hagrid, finchè i suoi piedi non toccarono il suolo. Un passo verso dietro, poi, e tutto sembrò stabilizzarsi. Hagrid sorrideva, Justin quasi si vergognava. Poi rigaurdò l'orologio, pensando a cosa avrebbe potuto dirgli sua madre, se avesse fosse tornato a casa dopo le 8.00.
-Devo parlargliene, lui potrebbe fare qualcosa, o per lo meno... consigliarmi!
Con imbarazzo e discrezione, poi, guardò in faccia il custode. Ti devo Parlare. Disse, non una parola di più. Hagrid, disposto ad ascolatarlo, gli diede una pacca sulla spalla, e lo invitò ad entrare. Avrebbe potuto parlare dentro, magari era meno difficile spiegare.
Con un sorriso ed una espressione affermativa, Justin accettò l'invito, e seguì il custode nell'idea di entrar dentro a parlare. Intanto era ormai quasi ora del tramonto, doveva affrettarsi.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 4/9/2009, 15:12




Justin era balzato addosso al custode, ed egli senza pensarci su due volte, lo aveva trattenuto dal cadere.
-Perchè avrà tanta fretta... Vediamo un po', se vuole parlare, altrimenti non gli chiedo nulla. Però perchè così tanta fretta! pensò il custode.
Lui aveva allentato la presa, lo lasciò scendere, dunque, si sentiva imbarazzato. Hagrid, invece era molto sorpreso da tutta quella fretta. Lui aveva indietreggiato velocemente, ma il custode non capiva a cosa fosse dovuta tutta quella tensione. Guardandolo bene, poi, notò che lo stava guardando, e che lo stava guardando dritto negli occhi.
-Sembra preoccupato, ma avrà pure qualcosa da dire!
La riflessione di Hagrid si interruppe con le parole di Justin. Quelle tre parole entrarono dalle orecchie e giunsero come aghi dritte al cervello, per aprirlo alla riflessione ed al colloquio. Da disponibile quale era Hagrid. Visto come aveva sparato quella affermazione, con un sospiro, Hagrid pensò di fargli conforto poggiando la sua mano sulla spalla. Justin sembrava imbarazzato, il custode dunque tolse la mano e picchiò sulla sua spalla, fingendo di aver dato una comunissima "pacca" a Justin. Lo sapevo. Capivo che hai qualcosa da dire. E' per questo che ti avevo invitato a tornare, quando di fretta sei andato al castello. Bene, ora entra, con me puoi parlare, sempre. Justin sorrise, e Hagrid, capendo che era affermativo, aprì la porta, ed entrò. Aspettò che entrasse anche Justin, poi gli ricordò che gli aveva promesso qualcosa.
Ricordi? Disse, indicando la torta. Justin sorrise, Hagrid era così buono e disponibile, e stava preparando una porzione di torta per lo studente. Era particolare, ma Hagrid era abituato a farla, era quella che gli riusciva meglio in assoluto. Ne prese un pezzo, lo mise in un piattino, vi affiancò un cucchiaino, poi lo porse allo studente. Tieni, prendi... assaggia. Si chiama Pumpkin Pie, ed è uno dei dolci che preferisco, perchè tutti gli Auror la adorano. Annuendo, poi, si sentì sottrarre il piattino dalle mani, e Justin lo stava afferrando. Mentre ne prendeva una porzione anche per sé, poi, il capo auror sorridendo osservava Justin mangiare, era molto garbato, e pur essendo famelico, non lo dava a vedere.
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 4/9/2009, 15:37




Justin, sorpreso, trovò la casa ancora più accogliente, quando di sera vi sono le candele, ed il camino illumina ed irradia. Hagrid era simpaticissimo e più che disponibile, le sue parole trasmettevano tanto affetto, e poi come gli aveva promesso, gli aveva preparato qualcosa. Indicando un particolare dolce, Hagrid lo invitò a ricordare. Justin ricordava benissimo le sue parole, ma non pensava che lo avesse davvero atteso, e gli avesse addirittura preparato un dolce. Si avvicinò, lo osservò. Era curioso, sebbene a primo impatto sembrasse normale. Era di un odore invitante, di un colore dorato, e di forma rotonda. La forma dello stemma della casata Grifondoro era incisa sulla superfice superiore, lo zucchero a velo, ne metteva in risalto i particolari.
-Ma è... bellissima! Dev'essere stato velocissimo.
Poi Hagrid ne tagliò un pezzetto, e mentre lo preparava, Justin si soffermò a pensare, era così premuroso, gentile, lo osservò da capo a piedi.
-Curioso, non ho mai conosciuto persone così.
Poi riguardò l'orologio e gli prese l'ansia di nuovo. Erano le 7.45... e ancora non si era neppure incamminato per arrivare a casa. Il custode gli porse una porzione di dolce, la assaggiò.
Ma è... buonissima! esclamò Justin dopo aver deglutito. Ma, come... è impossibile, sei stato velocissimo! E poi... l'hai preparata di proposito perchè io la mangiassi? Scettico, poi, ne prese un altro boccone, e ancor con più gusto, la mangiò. Si sentiva un po' in soggezzione, però. Hagrid lo stava guardando, mentre si preparava una porzione anche per sé.
-E' davvero buona, mia madre non ne ha mai preparato una così! E poi, cavolo, devo ancora parlargli dei miei problemi! Deve aiutarmi, deve farlo.
Pochi istanti dopo, Hagrid prese il suo piatto, e si portò vicino a Justin, si sedette sulla sedia, poggiò i gomiti sul tavolo, iniziò a mangiare.
Justin aveva quasi finito. Riguardò l'orologio, erano passati altri minuti... doveva sbrigarsi.
Ascolta. Io, beh ecco... avrei un problema. Con sguardo triste guardò Hagrid, il quale avrebbe fatto di tutto per non vedere quell'espressione sul suo viso. Justin si fermò un attimo, col cucchiaino in mano continuò: Beh, ecco... vedi io ancora non sto qui al castello. Vivo a Londra con mia madre. E... Hagrid lo fermò, gli prese il polso e lo invitò a finire di mangiare. Justin si rattristì, pensando che di colpo Hagrid non volesse sapere i suoi problemi, ma mangiarsi il dolce in santa pace. E godersi quel po' di felicità che l'assenza di problemi poteva dargli.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 4/9/2009, 15:59




Hagrid lo osservò mangiare, poi vedendolo imbarazzato, prese il suo piattino, si affiancò a Justin, poi si sedette e iniziò a mangiare. Lo studente, intanto aveva già quasi finito, ma non importava, l'importante era che avesse gradito. E Justin aveva gradito, gli aveva fatto tante domande riguardo alla preparazione, ai tempi... allo scopo. Ma il custode non rispose, sorridente scosse la testa, e si rifiutò di rispondere. Così iniziò a mangiare, dopo il primo cucchiaino, Justin iniziò a parlare. Era serio, concentrato, e aveva davvero bisogno di aiuto. Il custode lo ascoltò, sentì parlare del suo problema. Pensava fosse qualcosa di grave, qualcosa che lo tormentava. Non appena iniziò a parlarne, il custode pensò:
-Non dev'essere nulla di irrisolvibile, almeno non qualcosa che valga più del gusto di questo delizioso dolce Auror.
E così lo guardò negli occhi, gli prese il polso, e silenzioso lo invitò a continuare a mangiare. Justin era teso, però mangiò di gusto. L'ultimo cucchiaino era pieno, e stava per essere imboccato, quando Justin fece presente che il problema doveva essere risolto nell'imminenza. Poi, imboccato l'ultimo boccone, lo studente posò il cucchiaino sul bordo del piatto, e guardò Hagrid, il quale impietosito capì che non era giusto pensare a sé stessi, nel momento in cui qualcuno ne aveva bisogno. Bene, allora, dimmi un po', quale sarebbe il problema? Che vivi a... Londra? Hagrid non aveva badato al luogo, quando Justin lo aveva detto, poi appena si concentrò per ricordarsi il nome, e proferì la parola "Londra" si ricordò che in quella città non era concesso ai ragazzini di andare in giro tardi, e che magari avesse una madre che lo cercava. Oddio, ma Londra! Scusa, non avevo badato. Aspetta un attimo...
-Che ore sono? Bene, mancano 10 minuti. Come raggiungiamo la città? Potrei chiedergli se ha una scopa, ma poi se ci vedono i babbani? Che fine faremo... ci arriverà una lettera dal ministero. Aspetta, io ho sempre la mia moto volante!
E così, Hagrid aveva invitato Justin ad aspettare, nel frattempo si era alzato, aveva riflettuto, e aveva anche ipotizzato una soluzione. Senza parlare, si diresse verso la porta, e la aprì.
 
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ninhièl
view post Posted on 4/9/2009, 17:34




Fu diverso rispetto a quanto si aspettava. Arrivata lì non ebbe bisogno poi di molte parole. I Grifi erano in riunione e la Sala era tutta per loro. Quando Aileen aprì il portone uno per uno si voltarono ad osservarla. Avevano facce stranite. Non sapevano chi fosse nè tanto meno cosa ci facesse in quel luogo e in quell'esatto momento. Lei non era una di loro..Si sentiva addosso gli occhi di tutti, e più si avvicinava più quel Justin sembrava che lui volesse nascondersi. Non intimorito. Piuttosto imbarazzato, come se provasse vergogna per quello che aveva fatto. Abbassò lo sguardo e frugò nel suo zaino. Quindi le porse il diario e con esso un'occhiata che sembrava volesse chiedere scusa-Immagino che sarebbe stato nelle tue intenzioni restituirmelo, vero Justin?-. Sembrava infuriata. -Bè...non mi interessa minimamente.- Un bel grugno stampato in faccia. Braccia conserte. -Non so come ti trovavi quel diario fra le mani..ma so per certo che lo hai letto.-. Avrebbe voluto aggiungere qualcosa di più. Forse no. Avrebbe voluto star zitta.
Avrei fatto meglio ad aspettare che me lo restituisse lui, piuttosto che andarlo a cercare come una scema..chissà cosa pensa di me..lui e tutti quegli stupidi dei suoi amici...
Per lei era impensabile essere consapevole del fatto che per la prima volta le importava del giudizio degli altri. E che altri poi..! Tutti quelli che si era ripromessa di evitare ora la conoscevano. L'avevano vista arrivare. E la avevano accolta con un silenzio di tomba. L'avevano ascoltata. E osservata. E ora conoscevano perfettamente ogni singola inclinazione della sua voce..o meglio, se ne illudevano. Basta un niente per credere di conoscere una persona. Pochi attimi e le balenarono in testa mille pensieri..Tu osservi quella divisa verde e argento e sei così arrogante da avere la presunzione di conoscermi da cima a fondo.
Ti basta che io alzi un sopracciglio.
Che punti i piedi.
Che alzi la voce o mi prenda gioco di te per paragonarmi a tutti gli altri che vestono i miei stessi colori. Ma credimi..non hai visto neanche la minima parte di me
.


Offesa.
Delusa.
Colpita e affondata. E senza nemmeno che se ne fosse resa conto.
Entrò nella sua stanza e prese a scrivere.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 6/9/2009, 19:19




Il custode, chiusa pazientemente la porta della capanna, lasciò Justin a riflettere, mentre osservava Thor. Ormai era buio, poche luci illuminavano i dintorni del castello. Le luci che venivano fuori dalla finestra, mostrarono il cammino ad Hagrid, verso il suo deposito di oggetti. Pochi passi più in là, però, la visibilità andava diminuendo, e così, si voltò, afferrò la lanterna, che stava sul davanzale, e con la bacchetta ed un semplice incantesimo non verbale, la accese. Si fece strada, sebbene la conoscesse anche ad occhi chiusi. Arrivato presso il deposito, la porta era posizionata esattamente nel punto opposto alla porta per accedere alla capanna. Aprì la porta, poi si fermò sulla soglia a riflettere.
-Aspetta, quanto tempo è che non torno qui dentro? Saranno due tre giorni, no? Bene, devo trovarla, perchè non ricordo proprio dove sia. Pensare che volevo demolirla...
Un primo passo fu dato, Hagrid reggeva la lanterna bella alta, sperando di ritrovare presto ciò che gli serviva. Data la presenza di innumerevoli oggetti, però, era difficile orizzontarsi di notte. Si addentrò verso destra, poi abbassò la lanterna, proseguì ancora.
Ricordava benissimo che nei pressi doveva esserci un tronco di Artemisia, che era basso, per cui avrebbe dovuto prestare attenzione a non andarci a finire contro. Attento, dunque si addentrava tra gli oggetti impolverati e le ragnatele.
Di colpo con la lanterna urtò contro qualcosa. Era l'Artemisia, un odore fortissimo venne fuori, e del fumo luminoso evanesceva dalle fessure sul tronco. Come il vento che si concentra in un punto, il custode si sentì al centro di un pericolo.
-Ma sono io quello che faccio coraggio agli altri, o no? Sono io quello che si mette sempre nei pericoli senza ripensarci, o no?
Questi pensieri spingevano psicologicamente il buon uomo a sveltirsi. Come per effetto sonoro, sembrò che stesse calpestando qualcosa di fragile. Da passo deciso su suolo stabile, gli sembrò di passare ad una andatura meno disinvolta, su di un piano di foglie secche. Questo, durò così poco, che il custode non se ne curò. Il suolo sembrò di nuovo riprendere il suo corso. Dopo pochi istanti, poi, il piede sinistro del custode, stava per avanzare, quando sentì ancora la fragilità sottostante. Poggiato il piede sinistro, gli sembrò dunque che non ci fosse troppo da temere, e portò avanti il piede destro. Più fragile era questa volta il suolo, per effetto di chissà cosa. Un rumore abbastanza forte, un fruscìo, come quando ci si tuffa tra il fogliame. Appunto così era sprofondato Hagrid, in una fossa nel suolo. Con la lanterna in mano, il pericolo era maggiore, ma fortunatamente, nulla era ancora accaduto. Il custode si guardò attorno, pare che il piano che stava percorrendo, ora gli arrivasse sotto il naso, per cui era abbastanza profondo.
-Questa non ci voleva proprio. Non è possibile, fin quando ci son stato io, non ci sono stati mai problemi, ora da un giorno all'altro... mi ritrovo così! Tutto questo non si spiega, ma per il momento non ho tempo di cercare neppure una spiegazione, sebbene devo trovare una soluzione.
Poggiata la lanterna sul suolo, afferrò la bacchetta, pronunciò Lumos Maxima! e presto ne venne fuori un luminoso raggio di luce. Poteva vedere cosa lo circondava, ma non poteva agire. Era, come si suol dire, nei guai fino al collo. Anzi, anche più in su. Avvistata una corda pronunciò: Accio! e riuscì ad avvicinarla. La afferrò, ma non era legata da nessuna parte, e vano era stato il primo tentativo di autosoccorso.
Tentò in tutti i modi di incastrarla da qualche parte, ma non poteva reggerlo. Irritato, poi, non sapeva cosa fare, sebbene a mente lucida sarebbe riuscito tranquillamente a venirne fuori. Ricordandosi di avere un gran bel gancio in casa, provò ad usare l'incantesimo, anche se sapeva fosse difficile che riuscisse. Accio Gancio! pronunciò. Con impegno pensò a dove fosse il Gancio, lo ricordava benissimo, e ne era sicuro. Peccato, però, che qualcuno era stato troppo curioso.
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 12/9/2009, 18:20




Justin era in casa, stava osservando Thor che faceva strani movimenti su quel grosso tappeto dai colori caldi.
Si alzò, poi, e si girò attorno, la casa sembrava un po' disordinata, ma piena zeppa di oggetti, di cui a volte neppure ne sapeva le funziioni. Si avvicinò alla cucina, c'era un odore buonissimo, ed una sensazione di calda accoglienza, si sentiva come a casa sua, anzi forse meno a disagio.
-Per quanto a disagio mi possa sentire, almeno qui non ho quella odiosa serpeverde di mia sorella...
Strinse le labbra, sguardo profondo, pensava distratto. Di colpo, poi, si voltò, il riflesso della luce sul baule dorato, colpì la sua attenzione.
-Però... dev'essere prezioso, guarda com'è tenuto bene. E poi, wow è luminoso... la luce si riflette esattamente sulla cucina.
Pensieroso, dunque, si avvicinò. Era coperto di oggetti, che a suo parere potevano avere più o meno valore. Nessun dato certo, questo è ovvio. Capì poi che forse non sarebbe stato tanto vano il tentativo di aprirlo. Così inizò a spostare gli oggetti che lo coprivano.
Lampada... Scatolo... Portapenne... wow... curioso. Sussurrò, pensando.
Rivoltò tutto gli oggetti, li appoggiò a terra, davanti al grosso baule dorato. Convinto che ci fosse qualcosa di davvero speciale, poi, cercò la chiave di apertura.
Non riusciva proprio a trovarla, guardò sotto la poltrona, tra gli utensili da cucina, tra i documenti importanti, sui tavoli... dappertutto. Tranne in un punto.
Guardandosi disorientato intorno, poi, focalizzò la vista sul camino. Sgranò gli occhi e si ricordò che lì non ci aveva proprio guardato.
Si avvicinò, salì sulla soglia inferiore, si affacciò sulla soglia superiore, ancora oggetti. Girò ancora un po', poi trovò un grosso portaoggetti in cui c'erano tanti oggetti metallici, l'uno più utile dell'altro.
Forbici... Taglierino... Scalpellino.... chiave!
Peccato che non era l'unica chiave contenuta in quel portaoggetti di dimensioni sproporzionatamente grosse. Ne provò una, Ovviamente non funziona... da sfigato quale sono... sussurò, pensando ad alta voce. Ne provò altre, non funzionava. Poi notò che sulla serratura era come scolpita la testa e la criniera di un leone.
-Wow, mi sa di Gryffindor!
Pensò, poi controllò le chiavi e ne trovò una che aveva proprio la stessa forma, dalla parte dell'impugnatura, però. La provò, funzionò. Il abule si aprì, ma la sorpresa non fu così allettante.
Non è tutto oro quel che brilla. Eh, si...
Tutti sistemati, cubi, sfere, parallelepipedi e piramidi di varia dimensione e materiale, erano chiusi in quel baule.
-Oddio, e a cosa servirà tutta questa roba?!?
Pensò ancora, poi trovò un foglietto bien piegato che spiegava meglio il contenuto di quel baule.
Il... gioco delle forme... Interessante!
-Beh, sarà anche interessante, ma non è proprio il momento giusto per sperimentarlo. Vorrei leggere almeno le istruzioni... ma se viene Hagrid, poi... che gli dico?
E così, piegò di nuovo il foglietto, e rimise a posto le figure che aveva tirato fuori. Richiuse il baule, poi qualcosa di strano stava avvenendo. Tra gli oggetti che coprivano il baule, qualcosa si muoveva. Pensò subito ad Hagrid, stava per arrivare di certo. Così chiuse il baule, iniziò a rimettere a posto qualche oggetto, poi tra le cose che si muovevano, una piccola scatola si levò in aria.
-Oddio, e ora cosa faccio? Cosa sta succedendo? Come la mettiamo?? Oops... farò una figuraccia con Hagrid, se troverà tutti gli oggetti spostati!
E così pensò bene di riporre le chiavi, e rimettere il panno decorato sul baule. Iniziò poi a mettere qualche oggetto, senza curare troppo l'ordine e la qualità della sistemazione, ma alla quantità. Poggiati velocemente quasi tutti gli oggetti che vi erano in precedenza sul baule, notò che la scatola si stava avvicinando alla porta.
Si voltò di colpo, e volle seguire quella dannata scatola, non capiva proprio cosa stava accadendo. E così, uscì fuori di casa, afferrò la bacchetta, pronunciò Lumos! e si incamminò appresso alla scatola. Andava veloce e spedita, dritta al deposito di Hagrid.
-Aspetta, ma non era lì che era andato? Oddio, che succede? Io la seguo, non ho altra scelta!
E così, seguendola, si addentrò addirittura dentro il ripostiglio. di colpo vide una grossa luce. A primo impatto ebbe paura, poi vide che la scatola acuisiva velocità, man mano che si allontanava da lui. Si avvicinò ancora, poi si nascose dietro dei pali. Era spaventato, ma doveva fare qualcosa. Spiò per qualche istante, poi vide che la luce si muoveva, si spostò verso destra. Questa volta potè ben notare il custode con la bacchetta in mano, immerso in una fossa che gli giungeva fin sotto al naso, evocando l'icantesimo Lumos. La sua bacchetta ormai a malapena era attiva, l'incantesimo si era sciolto. Poi vide che il custode era in difficoltà. Decise di avvicinarsi, pian piano si fece avanti, imbarazzato. C-Cosa... C-Cosa succede, Hagrid? Il custode non ebbe il tempo di spiegarsi, Justin aveva capito che gli serviva aiuto, e così aprì la scatola, tirò fuori il grosso gancio che vi era contenuto e lo porse al custode.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 12/9/2009, 18:51




Hagrid, che era in estrema difficoltà, aveva bisogno di aiuto. Aveva lanciato l'incantesimo contro quel dannato gancio, che non sapeva bene dove fosse, però sentiva che stava funzionando. Aspettò per un po', ma sembrava non arrivasse mai, poi si convinse ad aspettare ancora un po', d'altronde non era poi così vicino.
-Non ce la farò mai, mio Dio, stasera non ne combino una giusta. Sono troppo teso, e non so neppure il perchè.
Poi sentì dei rumori, particolare era il rumorino che faceva la porta d'ingresso alla capanna, quando si apriva. Doveva essere lei, ne era sicuro.
-Oddio, forse sta funzionando! Ma, aspetta, non c'era... cacchio! Justin è in casa! Cosa penserà ora di me! Che sono solo uno stupido fallito rammollito, che sprofonda nella sua stessa casa, che non sa poi neppure uscirne fuori senza fa ricorso alla magia... Ma stasera non sono in forma, dovrà pur capire.
La porta del ripostiglio si parì, il rumore era inconfondibile, per il cigolìo forte e prolungato che procurava. Intravide una luce, iniziò a preoccuparsi che l'ideatore di quel tranello si fosse fatto avanti, e avesse voglia di combattere.
-Gli urlo e chiedo chi è? Che cosa vuole? Perchè tutto questo? Oppure aspetto?... Forse è meglio accertarsi, quando sarò fuori di qui, ci sarà tutto il tempo per agire.
Presto, però la luce sparì, pensò che forse si trattava solo di una sua ossesione. Sperò con tutto se stesso che quel benedetto gancio arrivasse, e fortunatamente, vide lo scatolo che lo conteneva, avvicinarsi. Era un po' più grande di come lo ricordava, ma forse era frutto della necessità crescente che ne aveva.
Con la bacchetta illuminata e puntata contro, aspettò che fosse abbastanza vicino per afferrarlo.
Quando fu abbastanza vicino, poi, agitò la bacchetta, lo lasciò cadere ai bordi della fossa, così avrebbe potuto afferrarlo. Si girò, la luce della sua bacchetta era ancora forte. La bacchetta di intensità minore si fece di nuovo viva. Avvicinò la bacchetta al viso, la luce che dal basso illuminava il dolce viso di Justin, non gli permise di riconoscerlo al volo. Sgranò gli occhi, poi vide che si era chinato per prendere il pacco. Gli porgeva il pacco e si avvicinava.
Hagrid afferrò la scatola, lo guardò in faccia e stavolta lo riconobbe. Oscurato dall'imbarazzo e dalla precarietà della sua posizione, non parlò molto, gli disse solo:
Sapevo che eri un ragazzino valoroso, ma non così tanto. Grazie, onorevole Grifondoro.
Justin lo guardò stupito, mai si sarebbe aspettato una reazione simile. Scartato il pacco, Hagrid tirò fuori un gancio lucente e resistente, lo legò alla corda che già aveva, e lo consegnò a Justin, affinchè lo agganciasse a qualcosa di stabile. Fiducioso, poi, aspettò che gli desse il via e la tiratina di conferma.
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 15/9/2009, 20:35




Justin afferrò quel gancio, con la bacchetta in mano, la agitò e la luce divenne sempre più forte.
Si girò attorno, trovò una scala, sembrava stabile, era affissa vicino ad una parete.
Avvicinò la bacchetta, strinse il moschettone, fece appigliare il gancio ad un'asticella della scala.
Tirò la corda, poi la mollò, poi la ritirò lievemente, per far capire al custode che aveva agganciato.
Signor Hagrid, può tirare ora!
Aspettando che la corda si tirasse, si preoccupò, si affacciò e lo vide intento a tirare.
La corda si irrigidì, Hagrid si era appigliato, e si stava tirando fuori dalla fossa.
In quattro e quattro otto, si tirò fuori da quel luogo tortuoso ed oscuro, grazie anche al sostegno di Justin.
Appena si alzò, il custode si spolverò un poco, poi Justin con la bacchetta in alto, gli si avvicinò,
e il custode senza pensarci due volte si abbracciò Justin e ringraziandolo, gli sfregò il biondo crine.
Il piccolo grifondoro, imbarazzato si fece stringere, a mò di ringraziamento, poi lo guardò,
si sentì fortemente imbarazzato, così la presa si allentò, e Justin si era voltato.
Hagrid senza pensarci su due volte, gli mise il palmo sulla spalla destra, e lo accompagnò all'uscita di quel luogo pieno di garbugli. Poi ne furono fuori, l'espressione del giovane grifondoro, però era preoccupata.
Prese il braccio di Hagrid, forte gli strinse il polso, voleva guardare l'orologio.
Alle 8 di sera mancavano pochi minuti, e sua madre si sarebba arrabbiata come una strega imbestialita.
Era molto intransigente, e Justin lo sapeva, sperò dunque in Hagrid, affinchè lo aiutasse a tornare a casa.
 
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30 replies since 26/8/2009, 15:07   483 views
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