Justin prendeva fiato, stringendo Alice di tanto in tanto.
Poi gli fece pensare per un istante a cosa sarebbe potuto accadere.
Riflettè per un istante, senza parlare, con lo sguardo rabbioso,
battè il pugno sulla panchina. -
Merita questo... ed altro. -
Si voltò, e da solo si incamminò fuori dal cortile, ma appena ne fu fuori,
si affacciò, e guardando il paesaggio, con le braccia conserte, rifletteva.
-
Cosa vuoi che mi facciano? - Calciava una pietra con violenza.
Alice gli andò vicino e lo guardava con aspetto interrogativo.
-
Non ho una vera famiglia, nessuno mi rimprovererà. -
Poggiò la testa contro una parete, poi, e continuava a riflettere.
-
Cosa penserà Hagrid? - Gli dirò che ho fatto quello che dovevo. -
Si voltò, con le spalle rivolte verso il muro, al quale si appoggiava,
-
Mi punirà? - Lui non può farlo, posso provare che non è nessuno per farlo. -
A quel punto gli balzò il flash:
non è nessuno. Diede un pugno
contro un contenitore di legno che si trovava davanti.
-
Lui non è nessuno dannazione, ma è tutto quello che ho. -
Poi, senza parlarne con Alice, le fece cenno con la mano, come per
farle capire di aspettarlo, che sarebbe tornato presto.
-
Tanto solo lui sa quello che è successo. E lui non farà il mio nome. -
Camminava prima lentamente, poi si affrettò. Giunto sul luogo dell'accaduto,
angosciato per quello che aveva fatto, pronunciò: -
Confundo! -
E non appena l'incantesimo colpì il Serpeverde torturato dalle ferite,
Justin corse in infermeria. Non conosceva nulla di quello che lo circondava,
ma si trovò a parlare con la portinaia che trovò davanti alle porte
dell'infermeria. -
Presto! C'è un ragazzo che sta male! -
La signora titubante avrebbe voluto chiedergli tante cose, ma Justin
le fece capire che bisognava affrettarsi. Mentre lei afferrava la borsetta
del pronto soccorso, Justin: -
E' molto grave, davvero. Neppure io lo credevo. -
E così la signora afferrò anche la sua bacchetta, e l'estratto di foglie di Erica.
Corsero di nuovo sotto la torre, dove si trovava William sanguinante..
-
Oh mio Dio! - Esclamò la signora. -
Ma è magia! -
Justin la pregò di agire in fretta. -
Se finisce l'effetto del confundo va a finire male. -
-
Signora non le so dire di cosa si tratta, ho visto che era grave e mi sono precipitato. -
-
Dovremmo indagare sul'accaduto, ma se ancora è salvabile, poi non lo sarà più. -
Il grifondoro quasi tremante, ancora dava a vedere che era sicuro di quello che diceva.
Così, la signora si chinò vicino al ragazzo e provò a pronunciare qualche incantesimo.
-
Emendo! - Dalla bacchetta veniva fuori una luce rosea.
Seppure fosse di aiuto, però, non sembrava essere l'incantesimo giusto.
Justin, intanto, aperta la cassetta del pronto soccorso, passò l'estratto di Erica alla signora.
Sembrava funzionare, ma comunque l'incantesimo continuava a torturarlo.
Dentro alla cassetta, Justin trovò un piccolo manuale di pronto soccorso.
Appena lo aprì, lesse nell'indice: -
Controincantesimi e rimedi fisici alla magia. [pag 78] -
Lo sguardo della signora si fece molto profondo, ma Justin con lieta indifferenza, sfogliava il libro.
Incantesimo: Sectusempra L'incantesimo lacera la pelle facendo schizzare via il sangue, è quindi considerato come magia oscura avanzata e funziona poco contro esseri già morti, come gli Inferi, e quelli immateriali/evanescenti, come i Dissennatori.
Rimedio: Vulnera Sanentur
Vulnera Sanentur è un incantesimo usato per curare ferite che vanno dai piccoli tagli a squarci profondi. L'incantesimo, deve essere ripetuto per tre volte di fila per avere il massimo effetto. La prima volta che viene utilizzato, si facilita il flusso del sangue, la seconda aiuta le ferite più profonde, la terza volta rimuove lesioni più visibile quasi istantaneamente. La vittima potrebbe avere ancora bisogno di cure mediche, ma se viene applicato immediatamente, le cicatrici possono essere evitate.
80---
Agghiacciato, leggeva, ma non saeva come dirlo
alla signora che stava assistendo William.
Poggiò il libro
aperto accanto alla signora, e corse
via, nascondendosi dietro il portone di ingresso.
Osservava la signora che raccoglieva il libro,
e che leggeva attentamente come rimediare.
Lo sguardo della signora era pietrificante,
non appena lo rivolgeva verso di lui, si schiantava
contro il muro, per non essere visto ad ogni costo.
Poi la signora iniziava a pronunciare ripetutamente.
-
Vulnera Sanentur! - Si sentiva
sempre più in lontananza, ma volle aspettare
di sentirlo dire almeno altre due volte.
-
Vulnera Sanentur! -
Vulnera Sanentur! - così che
l'incantesimo avesse il massimo effetto.
Poi si riprecipitò da Alice, che preoccupata,
con le mani in viso dal terrore, aspettava che
arrivasse. -
Magari starà pensando che chissà
cosa gli ho fatto, ma di certo è preoccupata, cosa le dico? -
Appena la vide, corse a prenderla, si portarono ll'uscita dal castello,
e le prime parole affannate di Justin furono: -
Ho risolto, non preoccuparti. -
Prima di sedersi, avvilito, su di un tronco di legno che si trovava
davanti al castello. Alice annuì, mentre Justin sembrava quasi pentito.
-
Questa lezione non la scorderà, ma anche per me, vale da lezione. -
pensava, mentre indifferente, guardava Alice che voleva sapere tutto.
Edited by RubeusHagrid* - 1/7/2010, 00:44