«Sulla tua schiena ho scritto poesie, usando i tuoi nei come punteggiatura;» Marlène Edith Toluse . ~Serpeverde; 6° anno Sorrise beffarda, ammirando la tenacia e la lingua biforcuta di quella biondina. In fondo, ma molto in fondo, le piaceva la sfrontatezza con cui disilludeva il suo aspetto gentile: le dava carattere e unn chè di accattivante.
Nella tua insopportabile presenza, bambolina, devo ammettere che non sei così male per essere una Grifondoro.
Ghignò, tuttavia mantenendo la sua distintiva bellezza
Ah, pardòn, quasi dimenticavo che il giochino del Grifondoro è tutta apparenza. Non a caso sei troppo... troppo meravigliosamente spietata per far parte di quella cerchia. Ammettilo: questa sorta di battibecchi ti divertono, te lo si legge in viso. Sorrise, per la prima volta, con sincera mitezza. In fondo, quello era il primo complimento concreto che le faceva. O meglio, era la prima cosa gentile che le diceva, in assoluto, dal momento in cui avevano cominciato a parlarsi.
Stettero un po' in silenzio, più per una sua scelta che per altro. Marlène rifletteva sulle ultime parole di Edith, che tiravano in causa l'amore, la patria, gli uomini.
Arrivi tardi, piccola: la Francia l'ho praticamente conosciuta solo per mezzo di francesi romantici e di bell'aspetto, te lo assicuro. E anche con un mucchio di soldi in tasca.
E l'amore è una cosa per sognatori: non avendo i sognatori vita lunga nè serena su questa terra, preferisco quindi rinunciarvi. Dedusse infine, con estrema razionalità ed oggettività nell'esposizione del proprio pensiero. Non faceva del sarcasmo: non avrebbe potuto essere piu seria.