| CAPITOLO 3
Finalmente a Hogwarts
Lunedì arrivò in un lampo e la mattina del 1° Settembre, alle 10.45, quindi in perfetto orario, Amy, Hermione, Ron, Harry e Ginny stavano attraversando la barriera del binario 9 e ¾ dove li attendeva la sfavillante locomotiva dell’espresso per Hogwarts. Caricarono i bauli e riscesero dal treno per salutare i Weasley. Quando un suono acuto avvisò che il treno era in partenza, risalirono a bordo. Entrarono in uno scompartimento vuoto, a parte le loro valigie, e si sedettero cominciando a chiacchierare. Alcuni studenti, tra cui Neville e Luna, il compagno maldestro del Grifondoro e l’amica strampalata di Corvonero, entrarono a salutarli. A mezzogiorno, come al solito, passò la grassa signora che spingeva il carrello pieno di dolci e bibite rinfrescanti. Comprarono del succo di zucca e svariati dolci a testa; Amy inoltre acquistò un’enorme scatola di Cioccorane e una di Gelatine Tutti i gusti + 1 che divise con gli altri.
Mentre scherzavano e assaggiavano le caramelle dai sapori più strani, il treno arrivò in aperta campagna e piano piano il cielo si fece sempre più buio. Alla fine, quando mancava si e no un’ora all’arrivo, Amy diede ad Harry il suo regalo.
- Harry, tieni, questo è per te. Anche se un po’ in ritardo, per il tuo compleanno. -
- Grazie, non dovevi. –
- Su aprilo! – disse Ron e Harry cominciò a scartare il regalo.
- Wow, è bellissima. Grazie ancora. –
- Dove l’hai presa? – domandò Ginny
- Al negozio di Fred e George –
- Dai Amy proviamola – fece Harry
- Si certo – la ragazza però vide la faccia di Ron; un’espressione sbalordita era impressa sul suo volto, probabilmente stava pensando all’abilità dei fratelli, e contemporaneamente sembrava non stare nella pelle di provarla. – Anzi guarda, gioca con Ron. Io mi diverto più guardandovi e poi lui è più bravo di me a scacchi – Hermione le lanciò una strana occhiata.
- Davvero? Posso? – chiese Ron
- Certo –
Il ragazzo prese posto accanto ad Harry e Ginny si spostò vicino alle ragazze.
- Vai Ron, tocca a te -
- Aspetta, sto pensando –
- Così ti farai mangiare l’alfiere! – esclamò Amy, che non riuscì a trattenersi notando che Ron aveva fatto una mossa proprio stupida.
- Lo so – un sorrisetto spuntò sulle labbra del ragazzo.
Dopo la mossa di Harry, ci fu una specie di urlo e la torre del ragazzo distrusse l’alfiere di Ron, Piton, che si sgretolò in mille pezzi con un gemito soffocato. Tra le risate generali i ragazzi finirono la partita, poi tutti si prepararono a scendere dal treno e indossarono le divise della scuola.
Alla stazione di Hogsmeade li attendevano le grandi carrozze trainate dai Thestral, gli spaventosi ma innocui animali neri. Salirono su una di queste e, attraversando la notte stellata, arrivarono ai piedi dell’enorme e splendido castello di Hogwarts. Una luce soffusa usciva dalle finestre e rischiarava appena il buio che circondava l’edificio.
La Sala Grande era, come sempre, illuminata da candele che si consumavano lentamente, galleggiando a mezz’aria.
Dopo che tutti gli studenti ebbero preso posto attorno ai quattro grandi tavoli, con a testa la McGranitt, un gruppetto di ragazzini spaventati entrò nella stanza e avanzò al centro della sala, dove la professoressa aveva adagiato un vecchio cappello su di uno sgabello. Nel Cappello Parlante si formò uno squarcio e questo fece, come ogni anno, il suo discorso che parlava di lealtà, fiducia e collaborazione tra le Case. Quando ebbe terminato, Jenny Austen, una graziosa bambina, venne assegnata a Grifondoro, mentre Carl Beker con il suo minaccioso cipiglio finì a Serpeverde. Dopo che finalmente anche l’ultimo bambino venne assegnato ad una delle Case, montagne di cibo comparvero magicamente su ogni tavolo. Pasta, risotto, porridge, polpettone, patate fritte, arrosto e ogni sorta di prelibatezze.
Infine i dessert: budino, crostata, torte alla panna, alla crema, al cioccolato e gelato alla fragola, al limone…
- Gli elfi domestici si sono dati proprio da fare quest’anno – fece notare Ron. Hermione, particolarmente suscettibile riguardo all’argomento elfi domestici, lo fulminò con lo sguardo e sembrava pronta a ribattere, ma…
- Cari studenti – cominciò Silente – ben venuti e ben ritrovati. Sta per cominciare un nuovo anno scolastico e spero che ognuno di noi faccia del suo meglio. Naturalmente, come mi auguro che sappiate, il vostro comportamento e le vostre azioni influenzeranno il punteggio della vostra Casa, quindi mi aspetto impegno e costanza da parte di ciascuno studente. Ancora vorrei informare i nuovi studenti, e ricordarlo agli altri, che la Foresta Proibita è, come dice la parola stessa, proibita e che l’accesso ad essa è vietato a chiunque. Inoltre Mastro Gazza vuole che sappiate che gli oggetti proibiti sono circa 300 e che la lista e consultabile nel suo ufficio. Ed ora che siamo tutti sazi, ma stanchi, credo sia il momento di congedarci e andare a letto. –
Scoppiò un forte rumore, quello di centinaia di persone che spostavano le panche per alzarsi e parlando si dirigevano nelle rispettive sale comuni.
Amy e gli altri, dopo aver salutato Hagrid, salirono verso i loro dormitori passando però in corridoi quasi deserti il cui ingresso era nascosto da arazzi e armature e che quindi solo alcuni degli studenti più anziani conoscevano.
Arrivarono di fronte al ritratto della Signora Grassa con il suo svolazzante vestito rosa.
- Parola d’ordine? -
- Fenicottero –
Il quadro si aprì per farli entrare. Camminarono nello stretto passaggio e una volta all’interno della sala comune, una confortante e accogliente stanza circolare, si sistemarono, anche se un po’ stretti, su un divano e una poltrona vicino alla finestra, gli unici rimasti liberi, dai quali potevano vedere, in lontananza, la luce della capanna del guardiacaccia.
Dopo circa mezz’ora Hermione era immersa in un enorme libro, Trasfigurazione avanzata, mentre Harry e Ginny se ne erano andati dopo uno scambio di battute non proprio amichevoli tra la ragazza e il fratello. Ginny aveva preso per mano Harry, gli aveva sussurrato qualcosa all’orecchio, e si stavano dirigendo verso l’uscita della sala comune.
- Ehi dove state andando? – aveva chiesto Ron
- In giro – aveva risposto Harry con uno sguardo eloquente
- A quest’ora? – aveva ribattuto Ron – perché? Restate qui con noi, no? Che andate a fare? –
- Ron – era intervenuta Amy, posando una mano sul braccio dell’amico per tentare di calmarlo, poiché era chiaro che si stava agitando, - dai lasciali fare, vogliono solo stare un po’ da soli. Dopotutto sono fidanzati. – Queste parole parvero sortire l’effetto opposto che la ragazza aveva sperato.
- Fidanzati?! – aveva ripreso Ron – Ginny ha solo sedici anni e.. –
- Ron io ho sedici anni e allora? Tu ne hai solo uno più di me e poi non mi sembra che io venga a dirti cosa devi o non devi fare –
- Beh no, ma –
- Ma cosa Ron? Cosa? –
- Tu sei una ragazza e –
- Si, sono una ragazza e no vedo come questo cambi le cose.
Io faccio quello che voglio e con chi voglio – aveva replicato Ginny con voce inferocita, chiarendo che la discussione era finita.
La ragazza era uscita quasi correndo, seguita da Harry che, dopo un’occhiata a mo’ di scusa, l’aveva raggiunta.
Ora, mentre Hermione leggeva, Amy guardava Ron che, imbronciato e arrabbiato allo stesso momento, stava lucidando il suo manico di scopa con tanta forza che probabilmente avrebbe finito per rovinare il legno. Alla fine, dopo quasi un’ora di quel lavoro durante il quale la scopa era diventata così lucida che ci si poteva specchiare, il ragazzo era andato a letto, sbattendosi la porta del dormitorio alle spalle.
Dopo pochi minuti Harry e Ginny erano tornati e si erano seduti nella poltrona occupata prima da Ron.
- È andato a letto? – chiese il ragazzo
- Si – rispose Hermione, chiudendo finalmente il suo libro.
- È ancora arrabbiato? –
- Direi di si, ma più che altro credo sia dispiaciuto –
- E per quale motivo? –
- Non capisci Ginny? – fece Amy - È dispiaciuto perché avete litigato. Ron ti vuole davvero bene e si preoccupa per te.
Sei fortunata ad avere qualcuno che ti vuole così bene! -
- Si hai ragione – ammise Ginny – è solo che a volte esagera un po’ e io no riesco a trattenermi. Deve capire che so badare a me stessa e per di più dovrebbe fidarsi di Harry. –
- Lo fa, si fida di me, ma non quando sto con te. Sa che in tua presenza sono vulnerabile perché ti amo troppo. Inoltre essendo un ragazzo anche lui, sa cosa un ragazzo vorrebbe fare con la ragazza che ama. – disse Harry in imbarazzo.
- Ok. Penso che questo sia un discorso che dovreste affrontare in privato quindi io me ne vado a dormire. – disse Hermione alzandosi.
- Aspetta, vengo anche io. Ehm a domani ragazzi, buonanotte –
e Amy seguì l’amica su per la scala a chiocciola che conduceva al dormitorio femminile, lasciando Harry e Ginny a fissarsi, ora l’uno in piedi di fronte all’altra.
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