Dopo aver richiesto la camera ed aver effetuato i suoi primi acquisti, Maximilian decide di visitare un po' la sua nuova scuola, attraverso torri, cortili e dintorni fino a giungere all'ingresso di una foresta. Lì ad Hogwarts la chiamano la Foresta Proibita ma Maximilian, spinto dalla curiosità e dalla certezza di non perdersi si avventura ugualmente al suo interno.
Gira pensieroso, quasi felice, anche se continua a ricordare la morte di padre. La foresta è un fitto, intricato insieme di alberi, cespugli e ramoscelli dai quali ogni tanto si scorge qualche scoiattolo intento a far scorte per l'inverno.
Nell'avventurarsi tuttavia non si accorge che il sole sta lentamente tramontando e che ormai è buio: il silenzio domina. In questa inquietante oasi di pace tuttavia si continua a sentire vita, le cicale, i grilli, i gufi che sono in quel momento alle prime ore della loro "giornata"; il cielo è scuro, nuvoloso, ma dal quale si scorgono comunque molte stelle e la luce della luna che appena arriva nelle strette fessure delle chiome degli alberi. Maximilian osserva il cielo, così bello e così misterioso, osserva anche le nuvole che lentamente, inesorabilmente scoprono la luna, luna piena quella notte...
E proprio nell'osservare il giovane avverte una sensazione strana, quasi piacevole, come un lento formicolio che comincia a risalirgli il corpo dai piedi sino alla testa; e continua ad osservarla, così bella, così grande e così luminosa mentre il formicolio si trasforma in breve in vero bruciore, sempre su tutto il corpo che lo porta ad contorcersi, coprendosi la testa e urlando. A quella grida si aggiungono alcuni mutamenti sul corpo, la pelle liscia si comincia a traformare in un'ispida pelle animale, mentre le pupille di Maximilian diventano rosse e si ingrandiscono. Dalla bocca sbucano due canini affilati e il muso comincia ad allungarsi mentre il ragazzo comincia ad ingrandirsi, a farsi più muscoloso e sempre meno somigliante ad un umano: le vesti cominciano a strapparsi, sia per l'aumento di grandezza, sia per l'intervento delle unghie, ormai completamente simili a unghie animali acuminate che sbriciolano le ultime membra di tessuto.
L'animale urla, sbraita e poi si poggia terra a quattro zampe, con il fiatone, per poi rialzare lentamente la testa e poi il busto e alzando le braccia e il muso al cielo ululare a squarcia gola, con una potenza tale da poter essere sentito e ammirato - o temuto - fino al castello.
E' la notte del terrore, la notte del licantropo...