I don't wanna miss a single thing you do... Tonight, Justin Alice - Eclipse FAN-FIC - continua in Infermeria

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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 2/7/2010, 23:52




Justin si incamminava verso Hogsmeade.
Doveva assolutamente sbrigarsi, era urgente, presto sarebbe
stato già troppo tardi per dedicarsi Alla sua missione Auror.
Non appena giunse al famoso punto di giuntura del luogo magico
con il castello, si intravedeva quel poco di verde che copriva
i dolci paesaggi che aprivano la vista verso Hogsmeade.
Quando fu esattamente al punto in cui si vedevano le
prime staccionate in legno, indice che non doeva essece così
lontano. Si fermò un attimo, prese fiato, poi portò la mano alla
fronte, era uno di quei pochi giorni soleggiati, in cui ci si
godeva meglio il panorama se gli occhi erano all'ombra.
La sua maglietta rossa sembrava ancor più evidente, tutti
i raggi gli si imprigionavano dentro, e non ne venivano più fuori.
I suoi capelli biondi, erano così accesi e caldi, che quasi
sembravano qualcosa di lucente. Poi si riavviò, e si ritrovò
di fronte al Serraglio stregato che neanche se ne era accorto.
Avanzò velocemente, doveva sbrigarsi, sempre le solite
missioni, anche in piena estate, anche nei giorni in cui
Hagwarts è semideserta, chissà per quale misterioso
segreto. Aprì la porta della bottega, ad accoglierlo le tre
teste che nell'immediatezza gli dicono: - Ehi tu! Ma che
ci fai lì? FUORI! L'ingresso è riservato ai maggionri di età!
-
Tirò fuori il forziere Auror, con tanto di diamante sulla
facciata, ed esclamò: - Sono io! Justin! Mi Ha mandato
Hagrid, oppure non...?
- In quell'iistante temè il peggio.
Che Hagrin non li avesse ancora avvisati del suo arrivo,
e che dunque la sua missione non si poteva più svolgere.
Poi, però, mentre le teste discutevano tra loro, una delle
tre, esclamò: - Ma certo! Si, biondino, 1m e 60, occhi chiari.
Passa, va!
- E così si fionò al bancone, dove potè spiegare
quello che gli serviva. Al banco, il negoziante lo riconobbe al
volo, capì che era stato inviato da Hagrid, e, dopo avergli
mostrato la bacchetta ed il distintivo da apprendista Auror,
gli consegnò il pacchetto che avrebbe dovuto consegnare al
suo paparino custode. Ringraziò, e venne fuori da quel luogo
grande ed inquietante in cui vi erano sole facce sconosciute,
e non si sentiva praticamente a suo agio. Appena uscì, chiuse
per un istante gli occhi, per evitare l'impatto netto con la
luminosa strada che lo avrebbe condotto fuori da lì.
Appena riaprì gli occhi, però, neppure il tempo di mettere
a fuoco, che notò la sua compagna di corso Sonia.
era tutto il semestre che gli faceva praticamente il filo,
perchè all'inizio dell'anno, un giorno si trovarono in Bibliotaca
a parlare, e avevano scoperto di avere davvero molte cose
in comune. Più volte, a lezione di Cura, essendo lei una
studentessa modello, si era soffermata a parlare con
Hagrid, ed anche in quelle occasioni, si erano scambiati
sguardi che, mentre per lui erano casuali, ma per lei,
beh non si sa. Si voltò, fingendo di non vederla, poi la sentì
schiamazzare con la sua amica, erano urla di ammirazione.
Di quelle che le amichette adolescenti tirano fuori quando
passa il bel ragazzetto che magari desiderano. Non
riuscì a captare tutte le parole che disse, ma solo un:
- Ma tu ci pensi? Che in questo momento stiamo respirando
la stessa aria?
- Mai come in quel momento, si
sentì ammirato, e poichè il rapporto che vi si era creato,
non era di semplice conoscenda, ma era evidente che anche
lui a sua volta provasse un sentimento che non va sotto il nome
di amore, attrazione, passione, ed affiliati, ma lui le voleva
veramente bene, come a quelle persone a cui ti affezioni
appena le vedi. Fece uno sguardo ambiguo, come per dire
- Mbah, ma cosa ci troverà di così attraente in me. -
Continuò per la sua strada, anche se dentro di se sperava
con tutto il cuore che lo avesse fermato, perchè lui non
lo avrebbe mai fatto. Non perchè non lo voleva, ma perchè
non era nella sua indole, fare il belloccio con le ragazzette
a cui piaceva. E così, voltatele ormai le spalle, si era ormai
incamminato per la sua strada. - Ho un futuro da Auror, io.
Pensò, deciso a non soffermarsi, neppure a salutarla.
Dopo pochi passi, però, sentiva dei passi svelti, oltre
ai suoi. Rizzò le orecchie, si bloccò completamente, e
non si voltò neppure per un istante, sicuro di fare una
pessima figura. Sembrerà strano, ma non era lei, un altra
tipa altezzosa, che correva chissà dove. - Ok, vado. -
Se la ritrovò di fronte, pochi passi dopo. fece cenno
con lo sguardo, allargando gli occhi, a mo' di saluto.
- Ciao. - Disse lei imbarazzata. Justin, che
per natura non aveva un carattere così espressivo,
sul colpo rispose - Ciao, - Lei aggrottò la
fronte, avvicinando lo sguardo, come per dire: - Non hai
nulla da chiedermi?
- ..C-come mai, intendo... -
Lei lo guardò con sguardo interrogativo, ma erano entrambi
molto ibarazzati. Lui, poi, che amava queste circostanze
estremamente dolci. ..C-come mai non ti sei fatta più vedere? -
- Fffhiuh! Sono riuscito a tirare fuori qualcosa. - Pensò.
Lei, agitata rispose: - Non lo so, non ci siamo più visti.
Ma non stai venendo più in biblioteca?
- Hummm... -
- Come glielo spiego ora. - Diciamo che ho avuto altri... impegni. -
- No, va bene, pensavo... cioè non... Huh. - Tirò
un sospiro anche lei. Erano davvero imbarazzati, ma davvero
sembrava non avrebbero dovuto averne motivo. - Che situazioni. -
- Bene, dov'è che stavi an... - Mentre parlava, tutta
la gente che li circondava, iniziava a fuggire all'impazzata,
sembrava ci fosse un pericolo imminente. Una grossa nube
nera si stava muovendo su nel cielo. Non si sapeva di cosa
si trattasse, ma sicuramente era magia. - Dannazione,
è magia, magia... nera.
- Esclamò Justin, più a
bassa voce quando scandì l'ultima parola. Un colpo di vento
li colpiva, Sonia, piccola Grifondoro, si aggrappò al braccio
di Justin, il quale la guardò negli occhi, appena si sentì toccato.
Ormai non si vedeva praticamente più nessuno. Sono dei passi
veloci e determinati arrivavano dalle loro spalle, nella direzione
proveniente dal castello. Justin se ne era accorto, ma non voleva
voltarsi, temeva di vedere qualcosa di spiacevole.
Strinse con l'altra mano la bacchetta che aveva nel taschino,
e, portandosi un po' al riparo da quel vento, sebbene fossero
ancora all'aperto, si avvicinava l'ombra di colui che stava arrivando.
Si vedevano dei capelli lunghi, il passo era veloce, anzi, sembrava che
stesse addirittura correndo. Ma dove?

Edited by RubeusHagrid* - 5/7/2010, 21:39
 
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~ bliss ‚
view post Posted on 5/7/2010, 16:46






Alice usci da H&M, piena zeppa di borse
Si incamminò verso un altro negozio quando il cielo incominciò ad annuvolarsi.
Strano, pensò la ragazza.
Poi una sensazione le bloccò lo stomaco.
Sgranò gli occhi.
C'erano i mangiamorte. Ad Hogsmeade!
Si mise a correre. Doveva trovare un posto per rifuigiarsi!
Ad un certo punto si fermò, mentre vedeva Justin che parlava con Sonia.
La gelosia la pervase subito.
Sonia, era era...lasciamo perdere!
Si avvicinò alla coppia.
-Che cosa fate qui Dovete andare a nascondervi!- li rimproverò Alice, mentre non li fissava. La gelosia rischiava di farla impazzire.
Perchè Justin era lì con Sonia?
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 5/7/2010, 17:43




Justin, che stava ancora a parlare
beatamente con Sonia, pervaso dal
terrore dell'attacco di magia oscura,
Stava giusto per proporre a Sonia di
correre al riparo, quando vide apparire
Alice in tutta fretta e con sguardo
fervido. Titubante, dopo l'invito della sua dolce
Malfoy, disse: - Miseriaccia, dove andiamo? - mentre
guardava fisso Alice, con lo sguardo già pronto a
spiegare tutto quello che stava accadendo con la
sua amica. - Seguitemi, conosco il posto più sicuro
di tutto il mondo magico. Però... non... aspetta.
-
Justin aggrottò la fronte, mentre lei gli si avvicinava
e gli prendeva il braccio, se lo tirava in disparte per
bisbigliargli: - Ti sembra il caso che ci andiamo insieme. -
Justin, velocemente si voltò imbarazzato verso
la sua Alice, con la mano nei capelli ed un'espressione
spiacevole, ma allo stesso tempo ebete. - Allora, andiamo? -
- Aspetta, - controllò il grosso zaino che aveva in spalla:
- Ok. - Di fretta, correvano, diretti dalla Grifondoro,
che diceva di conoscere il luogo più adatto a rifugiarsi.
Alice, perplessa e nervosa, si unì a loro nella corsa.
Ma più che altro perchè il pericolo era imminente.
Corsero all'impazzata, la piccola creatura che non era
umana, anche se nessun altro lo sapeva, correva al
loro passo, anche se faceva un po' fatica. Justin si voltava,
mentre correvano, di tanto in tanto a guardarla, ma lei
piuttosto indignata, pensava a mantenere il passo.
- Manca ancora tanto? - Gridò Justin, sperando un una risposta
negativa. Sonia, però, annuiva, senza rispondere, facendo capire
che mancava ancora un po'. Justin continuava a voltarsi, come preoccupato
perchè vedeva Alice piuttosto affaticata, a tenere a bada i suoi istinti da creatura
non umana. E ancora continuava a voltarsi, di tanto in tanto. Poi, di colpo, Sonia
si fermò, mentre Justin era ancora voltato verso Alice, e solo pochi metri dopo
si accorse che dovevano fermarsi. Si ritrovarono un una zona alquanto desolata,
ad una buona altezza da Hogsmeade, dovevano essere su uno dei monti che
circondavano la famosa vallata dove si trovavano i negozi. Lassù c'era ancora
freddo, sebbene fosse piena estate.Il sole che ormai stava al crepuscolo, ed Alice che
guardava affascinata. Sonia si sedette esattamente al centro di una radura, dove
l'erba era bassa, e gli alberi erano meno folti. Mise giù il grosso zaino che portava
in spalla, e subito lo mise davanti a sé, tirando fuori un grosso sacco a pelo, ed una
piccola tenda da campeggio. Alice, sorpresa, guardò Justin con un sopracciglio
alzato, il quale esclamò: - Però, fornita la nostra... amica. -
E poi di colpo abbassò lo sguardo, mentre lei lo guardava come per ricordarle
qualcosa, che a quanto sembra, lui aveva rimosso, ma quell'immagine
era ancora nitida nella mente di Sonia. - Dai, ti aiuto. - Proponeva
Justin, prendendo in mano un picchetto per fissare la tenda.
Fissato il primo, il secondo, il terzo, arrivato al quarto, questo gli
fu passato da Alice, la quale continuava a tenera una espressione
perplessa per quello che stava accadendo. Poi tirò fuori una fune,
con la quale fissò definitivamente il tutto, e portò indietro il picchetto
del quale si era servito. Proprio mentre lo passava a Sonia, però, lei
avvicinò la mano di Justin a lui, riavvivando nella sua mente un
flash del suo passato ad Hogwarts. Si ricordò di quando, in biblioteca,
dopo aver passato il libro "Creature viventi e non", la cui copertina
era rimasta impressa nella mente, Sonia aveva tentato di baciarlo,
con scarso successo, perchè lui glielo proibì, ma magari lei quel
momento non aveva mai smesso di volerlo. - Oh Dio, non deve accadere. -
Il sole ormai era tramontato, Alice e Justin si guardavano sovente,
ma mai Justin aveva il coraggio di avvicinarsi a lei, magari lo
avrebbe abbracciato, magari lo avrebbe baciato, magari gli avrebbe
dimostrato che per lei era l'unico che contava, ma non era quello
il momento in cui desiderava una dimostrazione d'affetto, non
così plateale, poi, perchè sapeva che in fondo per Sonia non era
finito tutto con un - ci vediamo qui allora? - l'ultima volta che si
erano salutati in biblioteca. Si vedevano le nubi, che in parte
nascondevano la luce lunare, poco rasserenante come scenario,
ma in quel momento non riusciva a pensare a quello che
faceva, perchè era in estremo imbarazzo, e poi... non sapeva
cosa avrebbe voluto veramente fare. Si sedettero tutti e tre, alla
fine, mentre Justin tremava dal freddo, e non vedeva l'ora
che quella notte finisse. - Questa notte deve passare, ed anche
in fretta. Credo che farò fatica a farla passare.
- Poi, però,
notò che Sonia stava tirando fuori un secondo sacco a pelo.
Faceva finta di niente, guardava in basso, temendo più che
mai l'ira implacabile di Alice, che invece, era piuttosto tranquilla.

Edited by Justin Mark Lovegood - 7/7/2010, 00:11
 
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~ bliss ‚
view post Posted on 5/7/2010, 18:10







Per quanto avesse istinti omicidi verso l'amichetta del suo ragazzo, cercava di restare tranquilla.
Dentro la tenda faceva freddo, molto freddo, per Justin e Sonia.
Alice abbassò lo sguardo triste, lei non poteva riscaldare Justin in quanto essendo vampira era fredda. Ma Sonia invece...ALICE NO! non fare la cretina! Smettila, smettila, smettila!.
-Vado fuori a fare al guardia.- disse prima di volatilizzarsi fuori, prima di prendere Sonia e bersela come cena.

 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 5/7/2010, 20:09




Non appena Alice si tirò fuori dalla tenda,
la testa di Justin sbucò fuori immediatamente.
Alice in cuor suo sapeva di essera la più adatta
a sorvegliare, perchè lei era la più forte, e poi...
non dormiva quasi mai, era ormai quasi abituata a
guardare le notti passare. - Non farlo, te ne prego. -
Disse Justin, convinto che la rabbia la avesse spinta a compiere quel gesto.
Poi, però, si mostrò abbastanza convinta, e affatto dispiaciuta. Justin la guardò
e le disse: - Non farlo, ti prego. Se resti lì, allora ci resto anch'io. -
Alice sussurrò calmamente, mentre al suo adorato grifondoro, i denti
ormai battevano dal freddo. Alice negava con la testa, mentre portava
una mano in faccia, che Justin interpretava come: - Ma guarda tu che devo fare. -
Anche se in realtà lei stava pensando che se fosse stata a stretto contatto
con lui durante la notte, si sarebbe accorto che lei era una fredda.
Sonia era appena venuta fuori dalla tenda, e ribatteva: - Non riesco a dormire
con questo rumore di denti che battono.
- proprio vicino ad Alice,
- Devi ammetterlo, sono un po' più calda di te. Non sono una fredda... serpeverde io. -
alla Malfoy istintivamente venne di metterle una mano sulla spalla,
come per scansarla, per, far valere il suo sentimento per Justin.
- Non ti azzardare a toccarmi. - Precisò Sonia. Qualcosa di simile
venne fuori anche dalla bocca di Alice - Non... fate così - Replicò il piccolo Auror.
Alice si voltò inferocita, e rispose con tono alla frecciatina, pensando addirittura
che Sonia sapesse qualcosa del suo non essere umana. Gli occhi le si accesero
ancor di più. E questo non era dovuto al suo essere Serpeverde, ma alla sua insita natura
da vampiro, dagli occhi dorati. Justin con la mascella balbuziente giaceva sul fondo della tenda.
- Se gli succede qualcosa la colpa è tua. - Scandì con calma Sonia.
Alice annuì, si voltò, e osservando la luna, tacque, lasciando riscaldare Justin,
al riparo dal pericolo dei mangiamorte, le cui voci ancora echeggiavano per Hogsmeade.
E così Sonia abbracciò Justin, e lo portò dentro la tenda, dove lo stringeva forte
per tenerlo al caldo, e non solo. - Sei congelato, Justin. Rilassati, ti riscalderai in
un attimo. Farai ancora prima se ti togli i vestiti.
- Sonia! - Esclamò Justin.
- Sopravvivenza, corso base. - Dentro quell'abbraccio magari c'era
più che la semplice solidarietà verso qualcuno che non si è adattato al clima di alta quota.
E così, muto, Justin si addormentò, tra le braccia di Sonia, dove trascorse la notte.


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N O T T E * * * * * * * * * * * * * * * * * *
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Alice, per tutta la notte, non riusciva a smettere di pensare a quello che
sarebbe potuto succedere lì dentro. O, peggio, a quello che sarebbe potuto
succedere dopo di quella notte. Seduta vicino alla tenda, che con un colpo
di vento si aprì, destando l'attenzione di Sonia, che era già sveglia da tempo.
Il discorso partì da lei, che, orgogliosa, stringeva Justin tra le braccia, che
ancora dormiva, o per lo meno così sembrava. Alice pregò Sonia di controllare
almeno i suoi pensieri, dicendoglielo ad alta voce. - Sto mettendo a dura prova
la tua gelida corazza, non è vero?... Eh già, cominci a dubitare dei suoi sentimenti
per te. Malfoy, tu puoi frugare nei miei pensieri quanto vuoi, ma lasciarmi entrare
nei tuoi, non se ne parla. Senti, io lo so che è innamorato di te...
- Alice ringraziò schifata.
- ...ma è innamorato anche di me. - Abbassando la testa, poi, quasi dispiaciuta,
aggiunse: - E' solo che non riesce a dirlo a se stesso. - A quel punto, Justin
iniziava a sentire quello di cui si discuteva, ma ancora faceva finta di star dormendo,
per sentirle ancora un po' parlare. Alice non negò che Sonia avesse potuto avere
ragione, poi fu di nuovo interrotta da Sonia: - Permettimi di farti una domanda,
se lui scegliesse me...
- La serpeverde lo guardava e affermava che lui non lo avrebbe fatto.
- Cercheresti di liberarti di me? - Alice non negò che l'idea fosse attraente, ma
dichiarò che non lo avrebbe fatto. In quel preciso istante, però, Justin sembrava essersi risvegliato,
e... le due pretendenti si guardavano in viso, senza fiatare, aspettando che
lui prendesse iniziativa, ma di certo non potevano mandare avanti quella storia così a lungo.

Edited by RubeusHagrid* - 5/7/2010, 21:45
 
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~ bliss ‚
view post Posted on 5/7/2010, 20:34






Le urla e le voci dei mangiamorte eschegghiavano ancora per le strade di Hogsmeade.
Alice Haley Malfoy stava davanti a una stupida tenda, a fae la guarda, mentre una zoccola, teneva al caldo il suo ragazzo. Stringendolo anche tra le braccia, orgogliosa!
Il ruggito di rabbia le sfuggi dalle labbra.
-Stai mettendo a dura prova la mia pazienza è diverso, Sonia Se potessi e fidati lo farei ti succhierei il sangue fino all'ultima goccia, in modo da non sentire la tua vocetta da Gryffindor della malora!.- sibilò mentre l'altra imperterrita stringeva sempre si più il suo Justin.
-Guarda che non scappa, sta dormendo non stringerlo così.- commentò Alice, mentre la gelosia le rodeva anima e corpo.
Sentendo la domanda di Sonia, Alice scosse la testa mentre un sorriso di puro e profondo dolore le passò sul viso.
-Non potrei fargli una cosa del genere, Sonia. Lo renderei triste, ed è l'unica cosa che voglio. Solo ti prego, non portarmi via la mia unica ragione di vita. Lui per me è tutto.- disse mentre guardava la ragazza.
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 5/7/2010, 21:46




Justin, però, non si era risvegliato. Giaceva immobile al fianco di Sonia,
che intanto continuava a fare domande ad Alice, che stava ormai per
:sonia:
rispondere male. - Ti limiti a trasformarlo in un mostro come te. -
Alice a quel punto la guardò con gli occhi d'oro, nervosa.
Era ormai quasi convita che lei avesse capito che non si
trovava di fronte ad una umana. Rilfetteva, però, sul come
poteva lei affrontare una ragazza vampiro, se lei fosse stata
ancora umana. E così, iniziò a formulare le sue prime ipotesi
che Sonia non fosse di razza umana. Poi, però, lucidò per un istante la mente
da quel pensiero troppo profondo, e pensò che magari lei si riferiva ancora al
suo essere serpeverde, pensando che magari un giorno avrebbe dovuto condurre
Justin nella sua famiglia, e metterlo a contatto con i Malfoy, gente che lei non
doveva amare particolarmente. Dopo aver pensato per un po' a tutto questo,
le chiarì che era lui a volerlo, e che lei non avrebbe forzato nulla. Poi spostò la
questione su un altro fronte: - Se lei lo desiderava tanto, perchè non è subito corsa
a prenderselo?
- Non... pensavo che, un giorno... E così io ho provato ad allontanarmi,
sono andata via,
- Alice specificò che si era arresa troppo presto. Se lei fosse stata
via anche altri sei mesi, la Serpeverde l'avrebbe reso felice. - Devi considerare l'idea che
per lei io sia migliore di te.
- Alice l'aveva considerata, sapeva che lei avrebbe potuto
rendere felice, è quello che voleva per lui. Però mai più lo avrebbe costretto a fare
qualunque cosa per nessun motivo. Dichiarò che le sembrava strano, ma le faceva
quasi piacere che lei fosse lì, in quel momento. - Vale a dire: vorrei ucciderti, ma mi
dispiace che Justin ti sia a fianco.
- Alice invece specificò che se non fosse
stata una Grifondoro, e non stesse cercando di rubare la sua unica ragione di vita,
le sarebbe quasi simpatica. - Beh, se tu non progettassi di succhiare via la vita
al ragazzo che amo, io potrei... hum... no, neanche in quel caso.
- Un lieve sorriso si accese sulle
labbra di entrambe. - Ma lui potrebbe ancora... cambiare idea, lo sai? - Alice annuiva,
affermando che lo avrebbe lasciato andare. Fu proprio in quel momento, però, che un
lampo di luce nera come l'oscurità, passò proprio sopra di loro, ricordando a tutti
che il pericolo ancora incombeva sopra a tutte le loro teste.
Justin si era ormai svegliato, e tirato fuori dalla tenda,
guardando la temibile ombra che si allontanava da loro.
Poi arrivò Alice, preoccupata, a salutarlo, ma non fu un approccio così
immediato. Sonia non si vedeva, così lui chiese di lei. Ma lei
si era nascosta dietro gli alberi, perchè Alice avrebbe voluto farle
sentire una dichiarazione di amore, che Justin le faceva. Così gli disse che Sonia era andata a
controllare nel bosco, poichè il più a rischio era lui, colui che stava ancora compiendo una missione
auror. - Mi dispiace molto per stanotte, non sarà stato facile per te... - Alice
specificò che non era decisamente tra le sue dieci migliori serate della sua vita. - Hai una classifica? -
Alice annuì, affermando di averle trascorse tutte e dieci con lui, e che al primo
posto, quella in cui aveva promesso di andare a farle visita a villa Malfoy. A quel punto, Sonia
venne fuori, il suo spirito Grifondoro non le permetteva di continuare a sentire.
- Le hai promesso di andare in quel... posto? - Chiese con faccia schifata, specie
quando pronuncià l'ultima parola. - Sonia! Io... Io... - E la guardò dall'alto
in basso. Poi si voltò verso Alice, esclamando: - Tu sapevi che stava ascoltando! -
Ed Alice si fece ragione dicendo che era giusto che lei sapesse. Mentre lei scappava,
ormai decisa a battersi contro i mangiamorte. - Sonia aspetta! - Alice lo pregò di fermarsi.
- No Alice! - Esclamò Justin, deciso di non poter fare un gesto tale. - Sonia aspetta! -
Eslclamava Justin mentre la rincorreva tra gli alberi. - Per favore Sonia! - Con te
ho chiuso, capito? Ho chiuso!
- Ma che cosa posso fare? - Tu non puoifare niente. -
- Io posso fare! Uccidendo tutto quello che incontro. - Justin la guardò agghiacciato, senza fiatare.
- No! Sonia non sei... abbastanza lucida, non farlo! - Lei lo guardò spietata, e disse:
- Forse mi farò uccidere, così sarà più semplice per te! - Justin a quel punto, era disperato.
- No, tu... Sonia! - Disse, guardandola voltarsi. - Sonia, resta qui. - Perchè? Prova a darmi una
buona ragione.
- Perchè io non ti voglio perdere, Sonia! - Lei gli si avvicinò
e disse: - Cercane una migliore. - Perchè tu sei troppo importante. -
- Non è una buona ragione. - Disse, e si allontanò di nuovo. Justin, allora, malgrado la aveva
pregata di non tentare mai più a baciarlo, perchè da quella volta che era accaduto,
lui sperava che non si fosse creata mai più la situazione, questa volta, in lacrime,
poichè era l'ultima cosa che poteva chiederle prima che lei si uccidesse contro i
maghi oscuri, le chise: - Sonia!... baciami. Baciami.- Lei lo guardò indignata, forse
neanche questo avrebbe dovuto motivarla, ma era pur sempre una grifondoro, sensibile ai cambiamenti.
E così, dopo averlo guardato negli occhi, accertatasi che quella richiesta non era vana, lo baciò.
Un bacio lieve e veloce, perchè si sentivano già i primi attacchi dei mangiamorte che stavano
lì in agguato per attaccare. Ma per lei era stato importante, perchè forse mai più avrebbe avuto
l'occasione di provare quella sensazione. E così, dopo avergli detto che era quello il bacio che
avrebbe voluto darle la prima volta, scappò via, per lottare, contro i mangiamorte, cosa che lei
aveva da sempre desiderato, dato che ne possedeva anche la preparazione per farlo. E così,
Justin tornò, quasi in lacrime da Alice, dubbioso che lei avesse visto tutto, e che mai più gli avrebbe
rivolto la parola. - Hai visto tutto. - Esclamò, anche se lei negò di averlo visto, non potè
negare di aver capito che era successo qualcosa. E così gli chiese se la amava. Lui, però,
senza esitare le rispose: - Amo te di più. - E la abbracciò. Avrebbe quasi voluto baciarla,
ma non era proprio il caso. E poi tutti quei movimenti che stavano avvenendo attorno a
loro, gli attacchi dei Mangiamorte. Justin afferrò il diadema Auror, e presa per mano ad Alice,
si lanciò all'impazzata verso Hogwarts, innanzitutto perchè lì non potevano arrivare,
e poi perchè lì aveva la massima protezione di suo padre. Ma c'erano molte cose di cui Alice voleva parlare.

Edited by RubeusHagrid* - 17/7/2010, 23:00
 
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~ bliss ‚
view post Posted on 6/7/2010, 07:58






La ragazza dagli occhi d'oro ascoltava la sua rivale dirle cattiverie e metterla davanti a una realtà a cui lei aveva già pensato, inerme.
Sospirò e chiuse gli occhi.
Il tutto successe in un attimo e lei non potè fare niente per fermare gli eventi.
Lo vide il bacio? Forse, non ricordò bene, ma senti distintamente il suo cuore spezzarsi in mille pezzi, forse anche di più.
Non poteva piangere, ma l'istinto era sicuramente quello.
Sospirò ad occhi chiusi.
Justin arrivo e spiegò, lei lo ascolto ma poi scosse il capo, facendogli capire di non andare avanti.ò
-No, Justin, stai zitto.- sussurr Alice, mentre gli dava le spalle e si incamminava verso la battaglia. Era meglio combattere.
 
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Justin Mark Lovegood
view post Posted on 6/7/2010, 18:37




Justin e Alice corsero all'impazzata, lanciando un Protego di tanto
in tanto. Era ormai giorno quando
arrivarono davanti casa di Hagrid.
- Su, presto, corriamo. Dovremmo sbrigarci. -
Alice tentennava, diede a vedere che aveva
vergogna di presentarsi al padre di Justin.
Justin la guardò negli occhi, notando una freddezza
non indifferente. - Cosa c'è? Non... ti dirà nulla, anzi, sono sicuro che gli farà piacere. -
Alice intanto negava con la testa, e portandosi una mano alla testa, fece un cenno
di stupore, fingendo di aver dimenticato di portare i suoi appunti alla professoressa
di Pozioni. Justin, dispiaciuto, avendo fiutato l'aria di negazione, chiuse gli occhi, poi
guardano in basso, annuiva, tirò un sospiro di sollievo e disse: - Non ti obbligo a
far nulla, a questo punto.
- Pensiero che Alice aveva tirato fuori durante la notte,
nella discussione con Sonia. E così, tirato un sospiro disperato, Justin fu costretto a vedere
la sua Alice risalire verso il castello, seguì la sua sagoma fin dove poteva, anche tra la gente,
però, riusciva a distinguerla anche a distanza. Poi, desolato, con gli occhi lucidi, pensava.
- Ma... che diamine... ho fatto. - Ripetè lentamente, tra un singhiozzo e un sospiro.
Poi, di colpo, si voltò, correndo, disperato, si schiantò contro la porta di casa, la capanna era
casa anche sua ormai. Hagrid lo aprì, e lo trovò disperato, con la sua tracolla in mano, il diadema
in bella vista, e un'espressione sconsolata. Appena lo vide, senza neppure fiatare, lo abbracciò,
gli chiese cosa era successo. Justin, però, muto, quasi shockato, non rispondeva. Poi gli chiese
di avere più cura per il diadema, perchè era una delle cose più preziose che aveva.
- Ti sbagli. Ne ho di cose pipù preziose di queste. - Esclamò d'impeto Justin.
- A proposito, dovremmo armarci, ad Hogsmeade c'è stato un attacco dei Mangiamorte. -
Hagrid sgranò gli occhi, e stupito, appena finì di parlare, gli chiese come si era trovato ad
Hogsmeade. Poteva capire tutto: La sua situazione sentimentale, Il suo stato di generale
distacco celebrale, per quello che gli era accaduto. Però stavolta era proprio mogio, insomma,
se qualche giorno prima avesse visto un solo Mangiamorte, si sarebbe subito lanciato ad
avvisarlo; per lo meno, questo prevedeva il codice di Hagrid. - Ero in missione, non ricordi? -
Si, la missione la ricordava, stava per chiedere... Justin lo anticipò porgendogli l'obiettivo della sua
missione. - Ecco. - Poi Hagrid voleva ancora sapere, però, perchè si era soffermato
lì per l'intera notte. Lo aveva autorizzato a non tornare a casa, ma solo per un motivo valido.
E quella volta il motivo non era poi così valido. - Padre, non lo so neanche io cosa mi è successo,
c'è stata l'aggressione dei... Mangiamorte proprio ieri sera. Poi mi sono rifugiato,
pensavo fosse una delle cose più sagge. Ma non avrei dovuto farlo, lo so bene. Non con due
ragazze a cui tengo, per giunta.
- A quel punto Hagrid portò gli occhi in alto, in una espressione
amorevole, ma allo stesso tempo compiaciuto. Gli spiegò che era giusto stare con le persone a
cui si vuole bene, ma c'è del tempo per ogni cosa. Non volle sapere i dettagli dell'accaduto, sia
perchè Justin sembrava alquanto scosso, sia perchè c'era da armarsi per affrontare l'attacco
ad Hogsmeade. E così, in quattro e quattro otto, afferrò il necessario, e dopo essersi raccomandato
con Justin di non seguirlo, si incamminò, agguerrito. Justin, intanto, rimasto da solo, dopo
aver visto la reazione di Hagrid, e dopo aver pensato a quello che stava accadendo pensò:
- E ora? Cosa fare? - Respirò rumorosamente, poi - Devo abbandonare l'idea di vedere
Sonia con questi occhi. Se voglio che Alice mi consideri ancora come un ipotetico ragazzo.

Si distese, poi, sul divano, guardando intensamente la palla di vetro che Hagrid odiava usare,
ma che doveva usare, per avvistare gli attacchi. Pensava intensamente ad Alice, mentre guardava.
- Non... no. Non devo, non posso perderla. Lei è tutto quello che di cui voglio circondarmi, adesso. -
Il suo pensiero era così forte, che una fioca immagine di Alice, illuminò per un istante la sfera.
- Oh, Mio Dio. - Vide quel che più temeva. Era lei, in infemeria. Seduta, circondata di gentte,
Peccato che l'immagine durò un solo istante, il che non gli permise di badare ai dettagli.
- Aspetta, papà diceva sempre che questa distorce la realtà. La modella alle nostre più profonde paure. -
Effettivamente, era forse così, ma quello strumento mostrava comunque il posto in cui il soggetto
del pensiero si trovava. Solo poteva non trovarsi in condizioni di pericolo, quello era l'effetto delle nostre
paure sulla realtà. - Ma allora... aspetta non è possibile. - Si voltò con il viso verso l'alto,
le mani alle tempie, poi le faceva scivolare lungo il viso. - Ma lei non mente mai. Non è possibile. -
Si alzò, dunque, e sollevando la palla di vetro, la portò dietro la capanna, nella dispensa, dove
il custode teneva tutte le cose da riparare. Lo stupore, però, assalì Justin nel fargli notare che
c'era già un altra sfera come quella lì, e che se quella si trovava lì, era solo perchè quella di Hagrid
era in riparazione. - Giusto, questo spiega anche il fatto che la sfera si sia rivelata a me, cosa che
di certo non sarebbe accaduto con l'altra. Hagrid la teneva protetta, dovevo conoscere la parola
con cui la sfera mi si sarebbe rivelata.
- E così, ritornato in capanna, riposta la sfera sul tavolino
davanti al camino, afferrò di nuovo la tracolla, questa volta più leggera, perchè non era né in missione,
né portava con sé il diadema, e si diresse verso il castello. - Alice non mi avrebbe mai mentito,
ma allora è la sfera che non mostra la realtà?
- Con sguardo deciso, dopo quella lunga riflessione,
si faceva avanti dentro le mura del castello, pensando: - Vedremo chi ha sospettato giusto. -,
proseguiva, fin dove aveva visto Alice, fin dove sentiva di dover arrivare, in infermeria.

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La discussione continua in ~Excuse me, what do you do here?


Edited by RubeusHagrid* - 17/7/2010, 23:01
 
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‚evil'
view post Posted on 6/7/2010, 21:46




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oh mio dio, è identico.
 
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~ bliss ‚
view post Posted on 6/7/2010, 21:56




SPOILER (click to view)
Ci abbiamo messo 5 giorni per farla!^^
Però solo Dem seguiva il copione io andavo a caso! xD
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 6/7/2010, 22:21




SPOILER (click to view)
Si ma dai, è venuta abbastanza bene ^_^
 
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11 replies since 2/7/2010, 23:52   181 views
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