Justin si incamminava verso Hogsmeade.
Doveva assolutamente sbrigarsi, era urgente, presto sarebbe
stato già troppo tardi per dedicarsi Alla sua missione Auror.
Non appena giunse al famoso punto di giuntura del luogo magico
con il castello, si intravedeva quel poco di verde che copriva
i dolci paesaggi che aprivano la vista verso Hogsmeade.
Quando fu esattamente al punto in cui si vedevano le
prime staccionate in legno, indice che non doeva essece così
lontano. Si fermò un attimo, prese fiato, poi portò la mano alla
fronte, era uno di quei pochi giorni soleggiati, in cui ci si
godeva meglio il panorama se gli occhi erano all'ombra.
La sua maglietta rossa sembrava ancor più evidente, tutti
i raggi gli si imprigionavano dentro, e non ne venivano più fuori.
I suoi capelli biondi, erano così accesi e caldi, che quasi
sembravano qualcosa di lucente. Poi si riavviò, e si ritrovò
di fronte al Serraglio stregato che neanche se ne era accorto.
Avanzò velocemente, doveva sbrigarsi, sempre le solite
missioni, anche in piena estate, anche nei giorni in cui
Hagwarts è semideserta, chissà per quale misterioso
segreto. Aprì la porta della bottega, ad accoglierlo le tre
teste che nell'immediatezza gli dicono: -
Ehi tu! Ma che
ci fai lì? FUORI! L'ingresso è riservato ai maggionri di età! -
Tirò fuori il forziere Auror, con tanto di diamante sulla
facciata, ed esclamò: -
Sono io! Justin! Mi Ha mandato
Hagrid, oppure non...? - In quell'iistante temè il peggio.
Che Hagrin non li avesse ancora avvisati del suo arrivo,
e che dunque la sua missione non si poteva più svolgere.
Poi, però, mentre le teste discutevano tra loro, una delle
tre, esclamò: -
Ma certo! Si, biondino, 1m e 60, occhi chiari.
Passa, va! - E così si fionò al bancone, dove potè spiegare
quello che gli serviva. Al banco, il negoziante lo riconobbe al
volo, capì che era stato inviato da Hagrid, e, dopo avergli
mostrato la bacchetta ed il distintivo da apprendista Auror,
gli consegnò il pacchetto che avrebbe dovuto consegnare al
suo paparino custode. Ringraziò, e venne fuori da quel luogo
grande ed inquietante in cui vi erano sole facce sconosciute,
e non si sentiva praticamente a suo agio. Appena uscì, chiuse
per un istante gli occhi, per evitare l'impatto netto con la
luminosa strada che lo avrebbe condotto fuori da lì.
Appena riaprì gli occhi, però, neppure il tempo di mettere
a fuoco, che notò la sua compagna di corso
Sonia.
era tutto il semestre che gli faceva praticamente il filo,
perchè all'inizio dell'anno, un giorno si trovarono in Bibliotaca
a parlare, e avevano scoperto di avere davvero molte cose
in comune. Più volte, a lezione di Cura, essendo lei una
studentessa modello, si era soffermata a parlare con
Hagrid, ed anche in quelle occasioni, si erano scambiati
sguardi che, mentre per lui erano casuali, ma per lei,
beh non si sa. Si voltò, fingendo di non vederla, poi la sentì
schiamazzare con la sua amica, erano urla di ammirazione.
Di quelle che le amichette adolescenti tirano fuori quando
passa il
bel ragazzetto che magari desiderano. Non
riuscì a captare tutte le parole che disse, ma solo un:
-
Ma tu ci pensi? Che in questo momento stiamo respirando
la stessa aria? - Mai come in quel momento, si
sentì ammirato, e poichè il rapporto che vi si era creato,
non era di semplice conoscenda, ma era evidente che anche
lui a sua volta provasse un sentimento che non va sotto il nome
di amore, attrazione, passione, ed affiliati, ma lui le voleva
veramente bene, come a quelle persone a cui ti affezioni
appena le vedi. Fece uno sguardo ambiguo, come per dire
-
Mbah, ma cosa ci troverà di così attraente in me. -
Continuò per la sua strada, anche se dentro di se sperava
con tutto il cuore che lo avesse fermato, perchè lui non
lo avrebbe mai fatto. Non perchè non lo voleva, ma perchè
non era nella sua indole, fare il belloccio con le ragazzette
a cui piaceva. E così, voltatele ormai le spalle, si era ormai
incamminato per la sua strada. -
Ho un futuro da Auror, io.Pensò, deciso a non soffermarsi, neppure a salutarla.
Dopo pochi passi, però, sentiva dei passi svelti, oltre
ai suoi. Rizzò le orecchie, si bloccò completamente, e
non si voltò neppure per un istante, sicuro di fare una
pessima figura. Sembrerà strano, ma non era lei, un altra
tipa altezzosa, che correva chissà dove. -
Ok, vado. -
Se la ritrovò di fronte, pochi passi dopo. fece cenno
con lo sguardo, allargando gli occhi, a mo' di saluto.
-
Ciao. - Disse lei imbarazzata. Justin, che
per natura non aveva un carattere così espressivo,
sul colpo rispose -
Ciao, - Lei aggrottò la
fronte, avvicinando lo sguardo, come per dire: -
Non hai
nulla da chiedermi? -
..C-come mai, intendo... -
Lei lo guardò con sguardo interrogativo, ma erano entrambi
molto ibarazzati. Lui, poi, che amava queste circostanze
estremamente dolci.
..C-come mai non ti sei fatta più vedere? -
-
Fffhiuh! Sono riuscito a tirare fuori qualcosa. - Pensò.
Lei, agitata rispose: -
Non lo so, non ci siamo più visti.
Ma non stai venendo più in biblioteca? -
Hummm... -
-
Come glielo spiego ora. -
Diciamo che ho avuto altri... impegni. -
-
No, va bene, pensavo... cioè non... Huh. - Tirò
un sospiro anche lei. Erano davvero imbarazzati, ma davvero
sembrava non avrebbero dovuto averne motivo. -
Che situazioni. -
-
Bene, dov'è che stavi an... - Mentre parlava, tutta
la gente che li circondava, iniziava a fuggire all'impazzata,
sembrava ci fosse un pericolo imminente. Una grossa nube
nera si stava muovendo su nel cielo. Non si sapeva di cosa
si trattasse, ma sicuramente era magia. -
Dannazione,
è magia, magia... nera. - Esclamò Justin, più a
bassa voce quando scandì l'ultima parola. Un colpo di vento
li colpiva, Sonia, piccola Grifondoro, si aggrappò al braccio
di Justin, il quale la guardò negli occhi, appena si sentì toccato.
Ormai non si vedeva praticamente più nessuno. Sono dei passi
veloci e determinati arrivavano dalle loro spalle, nella direzione
proveniente dal castello. Justin se ne era accorto, ma non voleva
voltarsi, temeva di vedere qualcosa di spiacevole.
Strinse con l'altra mano la bacchetta che aveva nel taschino,
e, portandosi un po' al riparo da quel vento, sebbene fossero
ancora all'aperto, si avvicinava l'ombra di colui che stava arrivando.
Si vedevano dei capelli lunghi, il passo era veloce, anzi, sembrava che
stesse addirittura correndo. Ma dove?
Edited by RubeusHagrid* - 5/7/2010, 21:39