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| «Piangere di gioia.Oh sì, penso sia la cosa più bella che mi sia mai accaduta. Mi è successa così poche volte che oramai è diventata rara. Sì, è una rarità piangere di gioia.» Duchessa Edith Spingles. ~Griffindor; 6° anno Il semplice abito di seta rosso, mi si era appiccicato al corpo per il troppo caldo. Ero appena uscita dalla torre di grifondoro, intenta ad avere un po' di pace, dallo schiamazzo pomeridiano. Chissà perchè a una certa ora del pomeriggio la torre di Grifondoro si trasformava nel rifugio di un branco di idiota che urla, si mette le mani nei capelli, e salta da una parte all'altra manco ci fossi in televisione il mondiale di calcio! Esasperata incominciai a salire le scale cercando di scacciare l'idea che in questa scuola fossero tutti pazzi. Prima di arrivare in cima e dentro alla torre, mi tolsi le infradito in modo che i miei piedi fossero a contatto con il freddo marmo. Un sospiro proruppe dalla mia bocca rosea. Il contatto con il pavimento freddo mi diede un sollievo piacevole. Stavo facendo l'ultimo gradino per poi aprire la porta. La cosa positiva è che l'aprì, la cosa non tanto positiva è che oltre a prendermi una terribile storta al piede, per aver inciampato in quel ultimo e stupido gradino, aprì la porta talmente violentemente, che mi graffiai con legno ormai vecchio della porta. Caddì per terra come un sacco di papate, contro il pavimento freddo. Rimasi senza fiato per la botta che presi. Sentì il sangue caldo colarmi sul braccio, ma era meglio non pensarci ero molto sensibile riguardo al sangue. Cercai di alzarmi, ma un gemito mi fece rimanere per terra. Ringraziando Dio, nessuno mi aveva vista fare una caduta così imbarazzante. Alzai lo sguardo e il mio incontrò quello di un ragazzo, sdraiato come me per terra, ma in modo decisamente migliore. -Oh no..- mormorai mentre chiudevo gli occhi imbarazzata.
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