Justin Mark Lovegood |
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| Justin Mark Lovegood ~ Grifondoro; 7°Anno.Sul dorso del divano grande della sala comune, il piccolo dolce Grifondoro giaceva. Con gli occhi cioccolatosi rivolti al soffitto, osservava la trama rosso oro che decorava l'intera sala. - Io sono felice, si, lo sono. E non mi sto autoconvincendo, perchè la gente infelice non è come me. Magari non ne ho ancora vista, ma so che pur essendo infatuato da questo fragile sentimento che chiamiamo amore, non sono infelice. Oppure, cioè, o non è quello che gli altri definiscono amore, oppure davvero non sono infelice. - Si voltò sul fianco, non riusciva a riflettere, però, il suo riflesso sulle lastre era troppo dispersivo. Si accovacciò, poi, ma neppure. Si alzò, dunque, e con le gambe incrociate sul davanzale della finestra, osservava il cielo. Sereno, docile, arena di vapore e ossigeno, tutto ciò di cui fisicamente aveva bisogno. - Io ho tutto, ma se sto senza di lei ho il niente. Eppure se sto con l'altra, non mi sento vuoto, mi si colma comunque la fossa che mi si scava dentro. Ma allora cosa voglio veramente? - Si chiedeva, mentre guardava ancora il cielo, mentre il sinuoso volo di una civetta colse la sua attenzione. - A questo punto mi viene da pensare che il dubbio non sia lei o l'altra, ma che il problema giaccia dentro di me. Il discompenso che sento è schiacciante. - Iniziò a dubitare che non sentisse il vero amore, e se lo sentiva, lui amava l'idea di essere felice per sempre con qualcuno. Ma invece no, non era così, il pensiero guidato dal sentimento che provava, era imperante, tra quelli che avrebbero condotto il piccolo Lovegood verso quella che per gli altri era una scelta. «Non stai mentendo se ti fanno mentire; Se la sola realtà che accettano è la loro. Quel ragazzino dolcissimo e cocciuto in qualche modo ha fatto breccia nella tua armatura.» Edited by RubeusHagrid* - 2/8/2010, 21:11
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