Ancora con la mente fissa su quell'uomo,, si vide formare davanti a lui il camino di casa sua, mentre esclamava: - «Chi è... » - quello? finendo la domanda nei suoi pensieri. Stella sembrò non curarsene, e soddisfatto, lui, mollò la stretta, appese la giacca e le chiese: - « Caffè? » - avviandosi verso il piano cottura. Non riusciva a smettere di sorridere, era troppo felice che Stella fosse lì con lui, anche se era stato scosso dalla scelta di sua figlia.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Appena entrata sul mio volto si formo un sorriso involontario, quello era il luogo dove avevamo concepito nostra figlia che aveva cercato di ucciderci pochi minuti prima. Era buffo ripercorrere gli avvenimenti più importanti della tua vita ma allo stesso tempo ti rimaneva un senso di gioia. Mi adagiai sulla poltrona del custode e quando quest'ultimo mi chiese se avrei gradito del caffè gli annui dolcemente. Iniziai a rilassarmi leggermente visto che tutta quella situazione mi stava innervosendo in maniera particolare. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
Con una certa nonchalance il Custode aveva messo sul fornello il caffè, e continuava a guardarsi intorno, si diresse poi verso la tavola e afferrò la palla di vetro Auror. - « Auror Auxiliatus » - e lo fissa con sguardo stravagante. - Justin, Justin. - pensò guardando ancora più a fondo. Ben presto apparve del fumo bianco nel vetro, e incantato continuava ad osservare, vedendo che il fumo prendeva forma, si ricordò che Justin gli aveva detto che sarebbe andato a Diagon Alley, doveva cercare di tener d'occhio quella gentaglia, sicuro che non ci fosse stata sua sorella. Lo vide intento ad inseguire dei soggetti sospetti, che si incamminavano a Magie Sinister, poi si era infiltrato al Ghirigoro per non essere sospettato, ma ora sembrava parlare con della gente. Alzò di nuovo lo sguardo verso il caffè, poi lo rivolse di nuovo alla palla. Justin era allegramente intento a parlare con una giovane, sembrava felice dell'occupazione che si era trovato., soddisfatto muoveva il viso da destra a sinistra, facendo restare il naso pressochè fermo, stupefatto. - « Hai capito il piccoletto. » - affermò, facendo in modo che Stella lo sentisse. Accorgendosi, poi, che il caffè era ormai pronto, ripose di nuovo la palla sul tavolo, e versò il caffè in due tazze. -« Mah, sarà meglio che resta lì. »- affermava, convinto che non si sarebbe cacciato nei guai, e altrettanto convinto che era meno sospetto aggirarsi per Londra, piuttosto che nella Capanna, dove stava sempre. Afferrata la tazza, poi, gliela porse, e si accomodò di fronte a lei, sulla sedia.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Presi il caffè e iniziai a sorseggiarlo lentamente, avevo leggermente freddo ma il calore della bevanda riusciva a riscaldarmi È pur sempre mio figlio gli risposi riferendomi al fatto che era in compagnia di qualche ragazza. Appena il custode si sedette al mio fianco involontariamente mi gettai fra le sue braccia teneramente, rimasi tranquillamente in quella posizione era molto appagante l'affetto del custode. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
Hagrid sorpreso congiunse le braccia attorno alla sua vita, e le dava affetto, come sempre. E pensava proprio che lei quell'affetto lo volesse, dato il momento difficile che stava vivendo. Posò la tazza del caffè, e la guardò negli occhi, pensando: - Elizabeth è stato questo, è stata un nostro sguardo, una coccola, una carezza o forse un massaggio... - rise di gusto mentre pensava da solo: - un massaggio, è più corretto, un massaggio nei luoghi dove non prende il sole. - continuando a sorridere, mentre Stella restava lì titubante - «No, niente. pensavo... a noi.» - affermò innocentemente. Molto più serio si fece il suo sguardo, quando il pensiero era rivolto a Justin. Se ne restava in pericolo, mentre lui era lì, ma magari era meglio che non fossero insieme, perchè così lo tenevano molto meno d'occhio. Abbassò la testa su di lei, pensieroso, e con sguardo aggressivo, con il labbro inferiore tra i denti, Stella gli si avvicinava, mentre le sue zone erogene sprizzavano energia.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Mi tenni a ben distanza dalle sue labbra anche se la tentazione era pur sempre alta. In quel momento preciso della mia vita non avevo nessuna storia sentimentale,. un pò per comodità mia e un pò perché le situazioni creatosi non me lo permettevano. Non volevo rompere quindi quell'equilibrio che avevo creato all'interno della mia vita affezionandomi nuovamente al custode o un' altro uomo. Malgrado tutto non riuscì a persuadermi dall'idea di baciarlo così presa dall'enfasi del momento iniziai dolcemente a baciarlo mettendomi a cavalcioni su di lui. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
La vide soffermarsi a riflettere come non aveva mai fatto prima di quel momento. La guardò malizioso e ben presto fu tutto chiaro: Si baciarono calorosamente. Il custode cercava di trattenere i suoi istinti, ma i suoi organi ebbero qualche difficoltà a restare al loro posto. Il suo organo vitale premeva, da quando Stella si era messa a cavalcioni, il desiderio cominciò a farsi un'esigenza, e quell'esigenza era molto più difficile da domare. - «Stella, non finirà mai tra di noi.» - riferendosi al fatto che ogni volta che era entrata nella capanna, ne era uscita appagata.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Lo guardai mentre mi sussurrava quelle parole, in un certo senso aveva ragione non c'era stata situazione in cui non eravamo finiti per abbandonarci al peccato. La cosa non mi dispiaceva affatto e lui sembrava assecondare le sue emozioni, la prova la ebbi quando senti il suo membro crescere incessantemente sul mio corpo. Dopo di che continuai a baciarlo per poi sbottonare la camicia che stava indossando e gli e la feci scivolare delicatamente dal corpo per poi iniziare a muovermi lentamente su di lui per provocargli una maggiore eccitazione. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
Sorridevano entrambi, mentre scendeva via la camicia, e Stella continuava a provocarlo, muovendosi vorticosamente. - «Heheheh» - sorrideva come se fosse imbarazzato il Custode. La afferrò dalla guance e la baciò ancora, mentre la baciava le portò le mani ai fianchi, per poi infilarle ai bordi del corpetto, sfilandoglielo via con il suo consenso. Sorrise ancora quando il suo seno era proprio davanti a lui, e abbracciandola ancora, poggiò la testa proprio tra quella grazia. Ancora a cavalcioni, ma questa volta si passava sul letto, nel completo comfort della umile dimora. Hagrid si sentì imbarazzato per essere ormai rimasto con un letto singolo, e così, afferrata la bacchetta pronunciò: - «Engorgio!» - Ed il letto inizò ad ingrandirsi. Quando, poi fu grande abbastanza, abbandonò il contatto visivo, e mostrò malizioso la bacchetta a Stella.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Mi distesi in tutta tranquillità sul letto per poi iniziare sfilargli i pantaloni e dopo poco anche le mutande. Mi mostrò la sua bacchetta come se volesse fare qualcosa di perverso, conoscendomi sapeva che non mi sarei tirata indietro così gli sfilai leggermente la bacchetta dalle mani e l'afferrai. Con un piccolo movimento la portai alla bocca simulando un semplice fellatio per poi puntarla verso il membro del custode. Engorgio pronunciai a mia volta e vidi il membro del custode crescere sempre più. Avevo iniziato a prenderci gusto così non mi limitai a quel semplice incantesimo, ma con un' altro piccolo movimento pronunciai Incarceramus e il custode si ritrovò legato al letto. Lasciai la bacchetta sul letto e iniziai ad avvicinarmi maliziosamente a lui, era bloccato quindi non poteva fare nulla e doveva assecondare tutte le mie fantasia più perverse. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
Sconvolto si era visto sfilare la bacchetta di mano, mentre si sedeva sul letto: - «Oddio, » - esclamò preoccupato il custode. Lo sguardo di lei non prometteva grandi sorprese, ma di sicuro sarebbe stato divertente. Si distese nudo sul letto, e vide usare il primo incantesimo, - «Non ti accontenti mai?» - chiese incuriosito dalle dimensioni che aveva raggiunto il suo membro. Appena accennò un sorriso, il suo volto fu investito di nuovo dalla preoccupazione, lei stava puntando di nuovo la bacchetta. - «Che altro mi vuoi fare?» - chiese senza ricevere risposta, mentre fu imbavagliato e incatenato al letto dalle funi e catene lanciate dall'incantesimo. - «GMNMGNMGMM! » - rumorosamente mugugnava non riuscendo a pronunciar parola, e nudo restava, mentre lei si avvcinava maliziosa. Smise di emettere suoni, quando le mani di lei presero il posto giusto e con gli occhi chiusi gli aprì un harem celestiale nella mente: godeva.
«Non è forte colui che controlla le proprie emozioni; i desideri insoddisfatti, col tempo si trasformano in sogni che poi smettono di esserlo.»
Stella lindsay Lovegood Iniziai delicatamente a introdurre il suo membro all'interno della mia bocca per poi farlo godere lentamente. Dopo qualche minuto che iniziava a provare piacere decisi di giocare con il suo membro, così moridcchiai leggermente l'estremità di pelle del membro provocandogli un leggero dolore che poteva essere piacevole. Allungai le mani verso la sua bocca e staccai le corde che gli e la ricoprivano giusto per sentire il suo piacere. « Tendiamo sempre verso ciò che è proibito » Code •emma
