Si volto verso il collega in modo da poterlo guardare in faccia, e aspettò che lui cogliesse la sua attenzione, per poi iniziare: -«Bhe, ecco veda, ogni anno c'è stata una motivazione diversa, questo è da dire, però i risultati sono stati deludenti nel complesso.»- Notando l'espressione interrogativa sul volto di colui che lo ascoltava: -«Il primo anno abbiamo avuto Albus, un collega che di tanto in tanto si rifaceva vivo, dando forse una sola lezione, o poche di più. E' ritornato in seguito al castello, ma non si è più dedicato all'insegnamento, chi lo sa perchè. Successivamente c'era Brisel, oh beh, lei è stata forse più durativa. Ricordo di lei quando era ancora una studentessa. Ingegnosa e intraprendente Tassorosso, era riuscita ad ottenere il massimo dei voti ai M.A.G.O. così, aggiudicatosi anche il titolo di insegnante, poté offrire servizio di insegnamento per un anno, ma dopo di quell'anno, ancora una volta, tale ruolo, chissà perchè fu abbandonato.»- Molto interessato, il neo professore ascoltava le vicende di chi lo aveva preceduto. Hagrid prendeva un attimo fiato, per dar luogo alla riflessione più significativa che doveva esser fatta da lì a poco: -«E, dopo qualche altro anno, poi c'è stato lui: Marck. Forse la più curiosa delle storie da raccontare.»- Annuiva, convinto mentre lo osservava, era un modo per far accrescere la suspense, e con essa l'attenzione del collega. -«Poteva sembrare un normale collega, che svolgeva le sue mansioni, e contribuiva in maniera significativa alla formazione degli studenti. Forse era anche cosi, all'inizio. »- si fermò di nuovo, facendo riflettere sul fatto che magari prima di quello che stava per raccontare, era davvero un regolare docente premuroso. -«Alla metà dell'annata precedente a quella appena trascorsa, si scoprì molto di quel che doveva nascondere. Si assentava spesso a lezione, giustificando ciò con svariate scusanti: una volta i viaggi, una volta la ricerca. Ma in realtà, durante uno dei duelli più memorabili che il Mondo Magico conosce, io in persona mi trovai dall'altra parte della sua bacchetta.»- Stupito, il collega ascoltava senza batter ciglia. -«Hai intuito bene, indossava la tunica nera e la maschera d'argento, teneva ben coperto l'avambraccio destro perchè era UNO DI LORO. »- affermò il custode con tono basso, sibilando le ultime tre parole, lasciando intendere che si era trovato a combattere contro un Mangiamorte. Il suo collega restava allibito, senza proferir parola lo osservava scosso. -«Ebbene sì, e non solo, mi aveva sedotto e ingannato, portandomi tra le fauci del Signore Oscuro, e se non fossi stato fortunato abbastanza, magari non sarei neanche qui a parlarne.»- Il duello al quale aveva dovuto tener testa in qualità di Capo Auror era stato feroce, ma ne era uscito vincitore. Non continuò con la storia, perchè i dettagli erano futili a quel punto, ma concluse precisando: -«Non è dunque la sorte di taluni uomini, da mettere in dubbio, ma le virtù.»- tutto quel che era accaduto era stato conseguenza delle loro scelte. -«In ogni caso, non deve temere nulla di tutto questo, se si ritiene un mago responsabile. Dopotutto è da più di un anno che tale cattedra non è coperta, non distolga lo sguardo dal suo dovere neppure per un istante.»- Sussurrò a mo' di consiglio il custode.