victoria jones., Scheda Approvata

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victoria‚
view post Posted on 11/12/2011, 22:04




Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura i fiori sono la mia voce.

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Nome: Victoria.
Cognome: Jones.
Età: 18 anni.
Provenienza: Londra.
Razza:Umana.
Carattere: Sostanzialmente sono una ragazza tutta d'un pezzo,non so se mi spiego.Raramente mi lascio sopraffare dagli altri e non dico che sia sempre una cosa buona,per carità,anzi probabilmente a volte arrivo a farmi odiare dalle persone,ma non posso farci niente,sottostare alle idee altrui non è da me.Sia ben chiaro però che non sono una dittatrice,ascolto gli altri,e non sempre bisogna fare quello che dico io,ma se non voglio fare qualcosa non c'è storia,neanche un uomo con una valigetta da 10.000 euro mi farebbe cambiare idea.Ho semplicemente un carattere "forte" ecco,ciò non significa che non possa risultare simpatica,sono una buona compagnia dopotutto.Oltretutto avete presenti le persone esageratamente estroverse?ecco io sono il contrario,il che aiuta in certi casi,in altri mette a disagio le altre persone,non che mi interessi,non sono appariscente,semplicemente non do confidenza con facilità alle persone,anche se questo non vuol sempre dire che non mi apra del tutto con loro,semplicemente quanto basta,dopotutto condividere i problemi non fa bene ne a me,ne a chi mi ascolta,serve solamente a rivangare cose ormai sepolte dal tempo.Bisogna vivere spensierati,nel presente,non nel passato o peggio ancora per il futuro.Non pensate però che io sia una ragazza superficiale o quant'altro,anzi,di riflessioni e problemi me ne faccio ben troppi.E' molto facile invece entrare nella mia lista nera.Basta semplicemente non aver fatto niente a me basta dire un qualcosa su una persona a cui voglio bene e zac,nella lista.Tuttavia è possibile uscirne.Non sono ne schizzata ne una psicopatica quindi non vado in giro ad uccidere le persone anche se spesso vorrei davvero farlo,per questo le mie coinquiline mi hanno regalato del fuoco per il mio diciottesimo compleanno.Non sono normale,lo ammetto,ma dopotutto chi lo è?Chi può giudicare gli altri sapendo di non venire giudicato a sua volta?Ve lo dico io,nessuno.
Ama: Non amo niente,voglio dire,amare è un termine abbastanza forte e impegnativo e probabilmente non lo userò ne ora ne mai.Se poi intendete cosa trovo piacevole beh,la lista si allunga di parecchio.Mi piace stare da sola,così evito la depressione,possibilmente lontano dalle persone che conosco,ed è parecchio facile visto che ormai non mi rimane più nessuno.Mi piace passare del tempo nei campi fioriti,mi sento a casa,vorrei essere anche io un fiore,così puro e innocente..Mi piace mangiare,parecchio,anche se mangio come un indemoniata non ingrasso,meglio così.Mi piace inoltre la musica,a volte la trovo un modo per staccare dalla solita routine,aiuta,sul serio.
Odia: Ecco il termine odio invece lo userò sempre perchè sono talmente sgradevoli certe cose che meritano un termine adeguato.Odio per prima cosa il contatto fisico,mi da la nausea,infatti parecchie volte dopo dei contatti fisici prolungati sono dovuta correre in bagno.Non sopporto le persone che si impongono sia psicologicamente che fisicamente.Sono arrivata persino ad odiare certi sguardi,quelli che ti studiano cercando di immischiarsi nella tua vita,forse è per questo che odio svariati psicologi,tutti in realtà.
Aspetto fisico: Slanciata è il termine adatto,per descrivermi.I miei capelli sono castani,scuri e lisci,ma con facilità posono diventare anche ricci ,di media lunghezza.Anche i miei occhi non sono male,anzi,forse è l'unica parte del mio corpo che apprezzo.Sono azzurri con sfumature verdognole attorno alla pupilla,sono grandi e espressivi,infatti sono sempre stati il mio punto debole perchè guardandoli si scopre subito il suo stato d'animo anche se hanno sempre espresso solo freddezza e indifferenza verso il resto del mondo.Le mie labbra sono carnose e si adattano perfettamente al mio viso.Sono snella.Le mie forme sono già da donna,dopotutto io sono una donna.
Punto debole: Il mio punto debole più pericoloso è uno,il rapporto che instauro con certe persone.Se qualcuno riesce a conquistarmi potrebbe finirmi su due piedi con un colpo alle spalle.Mi spezzerebbe il cuore.
Storia: La prima volta che regalai un fiore a qualcuno avevo 10 anni.A quell'età conoscevo già bene il significato di qualsiasi fiore,dal primo all'ultimo.Lo avevo imparato da Elizabeth e dai libri che mi aveva regalato un tempo quando vivevamo ancora sotto lo stesso tetto.Quel fiore era una begonia.Fai attenzione.Era il messaggio che volevo sempre trasmettere alle persone che incontravo.A quelle che credevano a me.A quelle che prima o poi avrei deluso.Fortunatamente non avevo mai deluso davvero qualcuno perchè nessuna delle mie madri adottive aveva mai creduto veramente in me,così come Meredith,la mia assistente sociale che,più di volere il meglio per me voleva solo liberarsi del peso che recavo sulle sue spalle.Forse solamente elizabeth mi aveva amato e io la avevo ripagata a pugni in faccia.Mia madre mi aveva abbandonata,come la felicità del resto.Avevo passato più di nove anni a passare da una famiglia all'altra,in tutto trentadue,trentadue madri che mi avevano rifiutato.Non ero sempre trattata bene,anzi delle volte non mi davano da mangiare,o peggio mi picchiavano a sangue.Me lo meritavo,se ero riuscita a farmi odiare da mia madre a tal punto da abbandonarmi me lo meritavo.Poi un giorno comparve Elizabeth nella mia vita,lei era la mia ultima possibilità,Meredith me lo aveva chiarito anche se avevo solo nove anni.Se lei non mi avesse accettato nessuno mi avrebbe più voluta adottare a dieci anni e sarei finita in una casa di accoglienza.Ovviamente Meredith mi aveva lasciata da sola con Elizabeth,come faceva sempre.Non volevo bene a Elizabeth,anzi temevo qualsiasi tipo ti rapporto affettivo e sinceramente odiavo il contatto fisico,mi dava la nausea.Elizabeth però non voleva sentire ragioni,anzi,mi prese subito per mano e mi condusse in quella che sarebbe stata casa mia per più di un anno.Volevo andarmene,il più presto possibile,prima di affezionarmi per poi essere cacciata via.Meredith sarebbe venuta a prendermi,bastava una telefonata,le avrei detto che Elizabeth mi aveva picchiata e sarebbe finita li.Elizabeth invece voleva avermi con se e mi fece capire sin da subito che non avrebbe rinunciato come aveva fatto la madre con lei.Sua madre la aveva lasciata in un centro d'accoglienza all'età di 10 anni per la sua cattiva condotta,aveva separato lei da sua sorella Catherine,con la quale non parlava da più di quindici anni.La prima cosa che fece fu quella di portarmi in giardino e poi nel vigneto.Aveva dedicato tutta la sua vita a curare le piante.Mi spiegò che ogni fiore aveva un significato,che tutto ciò la affascinava,come affascinava me.Era il linguaggio dei fiori,usato nell'epoca vittoriana,avevo finalmente compreso il detto 'dillo con un fiore'.Mi indicò una distesa di rose gialle,infedeltà.Tornammo a casa,mi diede tutto quello che avevo bisogno,mi sentivo a casa,anche se rimanevo diffidente nei suoi confronti.Passarono mesi e tra la vendemmia dell'uva e le mattine passate a studiare a casa iniziai a scoprire passo passo il passato di Elizabeth.Avevo finalmente capito perchè le due sorelle si erano perse.Era stata colpa di un uomo,del quale si era innamorata Elizabeth.Catherine glielo portò via e un anno dopo nacque Grant,il figlio di Catherine.Lavorava al mercato della frutta insieme alla madre.Un pomeriggio Elizabeth iniziò a fare telefonate,intuii che stava parlando con sua sorella.Le diceva che la perdonava,che aveva bisogno di lei e che voleva farle conoscere me,sua figlia.Continuò così per mesi,fino alla visita a sorpresa di Grant.Le disse di smetterla di cercare sua madre,che non voleva parlarle,e che era malata.Aveva perso il senno,diceva infatti di volere appiccare fuoco al vigneto prima o poi.Elizabeth non era spaventata,non quanto me,credeva che lei non lo avrebbe mai fatto.Durante l'autunno,assaggiavamo i chicchi per trovare dei grappoli maturi e quando li trovavo Elizabeth mi ricompensava.Le volevo bene,e lei mi voleva altrettanto bene.Era passato quasi un anno e il giudice aveva fissato l'udienza per l'adozione definitiva il giorno successivo a quello che era stato scelto per il mio compleanno.Nell'attesa Elizabeth mi comprò un vestito e nell'euforia di quei giorni mi raccontò che lei e la sorella quando era in collegio parlavano attraverso i fiori,così che la madre non intercettasse i messaggi,visto che riteneva lei dannosa per Catherine.Allora iniziammo a preparare dei biglietti da spedire poi a Catherine con delle immagini di fiori,perdono,affetti ritrovati.Era sicura che lei le avrebbe risposto,che avrebbe accettato il suo perdono,ma la risposta di Catherine non arrivò mai.Il giorno dell'udienza era arrivato,non ero riuscita a dormire un solo secondo,ed ero sicura che anche Elizabeth era emozionata quanto me.Mi lavai e mi misi il vestito che avevamo scelto insieme,scesi in cucina,e attesi,convinta di essere in anticipo.Passò un ora e lei non arrivò,così andai a controllare in camera sua,era stesa sul letto.Diceva di essere stanca.Delusa andai in cucina ad aspettarla.Passarono ore,erano le quattro del pomeriggio.Era tutta colpa di Catherine,per colpa sua Elizabeth era giù di morale e non si era presentata all'udienza,all'udienza che aspettavamo da dodici mesi.Meredith arrivò nel pomeriggio,iniziarono a discutere lei ed Elizabeth,poi dopo un lungo battibecco fissarono un altra udienza,sei mesi dopo.I giorni successivi Elizabeth si scusò con me,il nostro rapporto si era ridotto a delle scuse,ma io non volevo essere amata per compassione,o peggio ancora pietà.Un giorno poi tornò a casa,mi spiegò che doveva stare vicino alla sorella e che ci saremmo trasferite da lei,lei e Grant lo avevano deciso.Allora le diedi un ultimatum,o me o sua sorella.Scappai e lei non mi inseguì,la sua risposta mi sembrava chiara.Decisi così su due piedi quello che avrei fatto,avevo già pianificato tutto.La mattina seguente mi presentai fuori casa di Catherine,aspettando che il furgone di Grant scomparisse dietro il vialetto.Qualche ora dopo tornai a casa da Elizabeth che mi abbracciò,avevo nascosto poco prima i barattoli e i fiammiferi e il resto del giorno trascorse in fretta,forse anche troppo.Nel bel mezzo della notte,mentre Elizabeth dormiva,bagnai alcuni alberi con il liquido contenuto nei barattoli,Elizabeth avrebbe pensato che fosse stata Catherine,il danno sarebbe stato minimo e avremmo vissuto felici e contente.Buttai una manciata di fiammiferi,dopo averli accesi,a terra.Il fuoco però non si fermò solo agli alberi che avevo scelto.Il vigneto bruciava interamente.Corsi in cucina.Dovevo spegnare l'incendio,dovevo,a costo di morire nel tentativo.I sensi di colpa affiorarono e io riempii una bacinella d'acqua.Corsi fuori e mentre mi avvicinavo alle fiamme Elizabeth uscì di casa vedendomi togliere la giacca cercando di placare il fuoco sventolandola.Il fuoco però non si spegneva,se l'acqua e la mia giacca avevano indebolito qualche fiamma non lo notai.Elizabeth corse contro di me strattonandomi via.Urlò,disse che non avrebbe perso il vigneto e sua figlia nella stessa notte.Continuai a sventolare la giacca,così Elizabeth iniziò a prendermi a calci per pirtarmi via,ma io continuavo a spegnere il fuoco,mi prese in raccio e io le diedi un morso al braccio.Mi lasciò cadere e quella fu l'ultima cosa che ricordo di quella notte.Non sarei mai riuscita a ripulire la mia coscienza,la mia anima dopo quello che avevo fatto.Il mattino seguente mi risvegliai in ospedale,Meredith venne a trovarmi chiedendomi cosa fosse successo,dopo aver mandato fuori Elizabeth.Il mio corpo era ricoperto di lividi,così feci quello che non avrei mai voluto fare,incolpai Elizabeth.Le dissi che mi aveva picchiato.Qualche mese dopo uscii dall'ospedale e venne tenuta un udienza.Avevo detto a meredith che non avrei testimoniato contro Elizabeth,così quando il giudice mi chiamò in causa fu l'ultima volta che la vidi perchè corsi,scappai fuori dal tribunale.Meredith mi inseguì e mi portò in una casa d'accoglienza.Per otto anni sognai il fuoco.La mattina del mio diciottesimo compleanno vidi la macchina della mia assistente sociale in strada,mi aspettava,ero indipendente finalmente.Il mio letto bruciava,come ogni notte,questa volta però al mio risveglio le fiamme c'erano sul serio.Le mie coinquiline mi avevano fatto quel regalo perchè me ne stavo andando,ero stata il loro peggior incubo.Corsi via,da un fioraio,presi dei fiori e non mi voltai indietro,corsi di nuovo fino alla casa d'accoglienza e lasciai ad ognuna un fiore sotto la porta.Dignità.Sapevo che nessuno avrebbe capito il significato,ma lo feci lo stesso.Meredith mi portò in una casa,l'affitto era gratuito per tre mesi,e se poi non avessi pagato l'affitto mi avrebbero cacciata.Mi lasciò venti dollari,come inizio.Ho diciotto anni,sono sana come un pesce,eppure non riesco a liberarmi da quel peso che ormai mi porto dentro da otto anni.

lyndsy fonseca for victoria jones.
RUOLO NEL GDR : BABBANA.
non ho risposto a tutti i requisiti della scheda non essendo un mago.
(un admin mi ha detto che era possibile creare un pg babbano (: )



Edited by victoria‚ - 13/12/2011, 08:24
 
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RubeusHagrid*
view post Posted on 11/12/2011, 22:48




molto bella,
Scheda Approvata l'11/12/2011
 
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