PAOLO EPILETTICO

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view post Posted on 23/7/2017, 07:56
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Molto da dire su Shaul ,,, ottima questa analisi di Manglaviti .

http://stopilluminati.weebly.com/paolo-e-lepilessia.html

Paolo era sicuramente epilettico .

la 2 ai Corinti XII, 7

7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia

7 καὶ τῇ ὑπερβολῇ τῶν ἀποκαλύψεων. διό, ἵνα μὴ ὑπεραίρωμαι, ἐδόϑη μοι σκόλοψ τῇ σαρκί, ἄγγελος Σατανᾶ, ἵνα με κολαϕίζῃ, ἵνα μὴ ὑπεραίρωμαι.

σκόλοψ

SKOLOPH :aculeo

e non kentron

come ad es in 1 CORINTI XV ,55

55 Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?

55 ποῦ σου, ϑάνατε, τὸ νῖκος; ποῦ σου, ϑάνατε, τὸ κέντρον

Ne L' idiota Dostoewsky fa una accurata descrizione dell' epilessia ,

Eguale allo status di Shaul .


zio ot

salvo lo studio di Manglaviti

Una descrizione fisiognomica di Paolo fornitaci dalle fonti antiche proviene da un documento apocrifo del II secolo intitolato Atti di Paolo e Tecla, dove è descritto così: << era un uomo di bassa statura, la testa calva, le gambe arcuate, il corpo vigoroso, le sopracciglia congiunte, il naso alquanto sporgente >>.


Egli stesso dà cruda testimonianza di un grave problema che lo affligge:

Sapete poi che a causa di un'infermità fisica annunciammo il vangelo a voi per la prima volta; e per quello che costituiva per voi una prova nel mio fisico non dimostraste disprezzo né nausea, ma accoglieste me come un inviato di Dio, come Gesù Cristo in persona. (Gal 4,13-14)

Per quale motivo gli si dovrebbe dimostrare disprezzo o nausea? Ciò che dice (<< a causa di un'infermità... per la prima volta >>) denuncia qualcosa di accaduto, non di connaturato. E' piuttosto perché le "visioni" (<< annunciammo il vangelo a voi >>) sono la conseguenza di... attacchi epilettici? Un indizio che avvalora la nostra ipotesi è nei testi. La traduzione <<dimostraste disprezzo>>, nel testo greco originale, letteralmente è resa con <<mi sputaste addosso>>; in Latino, l'epilessia era chiamata morbus qui sputatur: sputare era infatti la superstiziosa reazione che la gente aveva in presenza di qualcuno in preda alle classiche convulsioni d'un attacco epilettico.



Nello studio di D. Landsborough[1], uno dei massimi esperti mondiali moderni di Epilessia, l'origine neurologica delle visioni estatiche di San Paolo è analizzata accuratamente. Saulo di Tarso scrisse alla Chiesa di Corinto (2Cor 12,1 ss) descrivendo un'esperienza d'estasi in termini di <<rapito fino al terzo cielo>>, <<col corpo o senza corpo>>, e parlando di un <<pungiglione nella carne>>: tutte verbalizzazioni che richiamano ciò che la Neurologia definisce "attacchi di TLE" - epilessia del lobo temporale -. La casistica ospedaliera offerta da Landsborough contiene dati interessanti, che suonano oltremodo familiari leggendo di Paolo. In alcuni casi, i medici che avevano in cura pazienti epilettici ne riportarono le descrizioni in termini di "sensazione di stare in paradiso"; una donna quarantenne testimoniò la sensazione di "essere sollevata da terra" accompagnata da esaltazione, gratificazione e altre piacevoli emozioni; un uomo di 32 anni descrisse i momenti che precedevano le sue convulsioni con <<senso di benessere estremo, mentre la stanza in cui mi trovavo diventava vastissima>>;

in altri pazienti, l'attacco di epilessia era preceduto da "lampi di luce" e da <<un'intensa esperienza morale, filosofica, estatica, accompagnata dall'euforia e dalla necessità di proclamare la gloria di Dio>>. In altre testimonianze citate nello stesso studio, i pazienti ricevevano frasi dal nulla e ne distinguevano perfino il suono: il chè ricorda ciò che Paolo tramanda come <<parole ineffabili che non è possibile ad un uomo proferire>> (2Cor 12,4).




L'esperienza del predicatore di Tarso non si ferma a quella iniziale damascena ma si ripete più volte (At 16,9; 18,9; 22,17-21), e la sua loquacità, spesso intimidatoria, si esprime in lunghissime lettere cariche di invettive: proprio come accade ai pazienti affetti da TLE, che sono colti dal bisogno impellenti di scrivere lunghi testi, interminabili poesie, minuziosi diari, e che con gli anni diventano aggressivi - in modo inversamente proporzionale al contemporaneo calo dell'appetito sessuale -. La casistica dell'epilessia registra anche fenomeni di "cecità parziale": in dieci bambini su undici, la vista ritornò in giorni o in settimane, ed era sempre dovuta all'ipossia cerebrale causata dalla TLE.



Altri problemi fisici di Saulo emergono chiaramente dalle sue epistole: i suoi disagi visivi traspaiono dall'espressione <<notate che con grossi caratteri vi scrivo di mia mano>> (Gal 6,11), e nella citata lettera alla Chiesa di Corinto (2Cor 10,10) descrive sé stesso <<di debole presenza e dimessa parola>>.


Insomma, abbiamo la chiara fisionomia di un uomo con numerosi problemi, dall'indole mutevole, e che gli attacchi di TLE hanno trasformato in un visionario. Il suo quadro clinico ha una solida plausibilità scientifica: l'epilessia poteva essere alla base della disabilità alle gambe ("zoppo" è, secondo certi esperti di Greco antico, una delle possibili traduzioni dell'etimo saulo) e al resto dei suoi sintomi - aura luminosa, fischi alle orecchie, perdite d'equilibrio, cecità temporanea.


Non è dunque assurdo pensare che le allucinazioni seguite da cadute fossero crisi epilettiche, e che le "voci" delle sue visioni fossero risonanze craniche prodotte dal cervello a causa della TLE. Ipotesi ardita, scientificamente sensata ma non confermabile né dimostrabile; a ogni modo, se di tale patologia si trattava, perché Paolo sembra quasi ostentare ciò che gli accade? Almeno in questo caso la risposta è semplice: ai suoi tempi, più che una malattia, si credeva che l'epilessia fosse una predilezione che gli déi destinavano a coloro con i quali si preparavano a entrare in contatto - e infatti uno dei motivi per cui Giulio Cesare fu considerato un "semi-dio" erano gli attacchi epilettici che lo colpivano insistentemente.

[1] David Landsborough, articolo St Paul and temporal lobe epilepsy, Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, n. 50, pagg. 659-664, pubblicato nel 1987
 
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