Strategie

Harvenry

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    Ehi.

    Henry alzò il viso sorpreso trovandosi davanti Harvey, le mani affondate nelle tasche e le occhiaie marcate sul viso.
    Rimase interdetto, drizzò la schiena lasciando a metà la tuta che si stava togliendo e si guardò intorno come aspettandosi di essere salvato.


    Scusa se sono piombato qui ma ho provato a cercarti a casa e Evin mi ha detto che lavoravi fino a tardi.

    francisco-lachowski



    Henry sbattè le palpebre, rimanendo in silenzio, e si riscosse quel tanto che bastava a calciare via il resto della divisa per infilarsi una t-shirt sui jeans. Si passò una mano tra i capelli sudati e accennò alla caserma che si sviluppava alle sue spalle.

    -Non è un buon momento.-

    Lo vedo.
    Un caffè Henry. Voglio solo parlare.


    -Non è un buon momento.-

    C'erano tre diverse strade per sopravvivere a ciò che stava succedendo nelle loro vite, e i tre ragazzi coinvolti ne avevano scelta praticamente una a testa, quasi fossero destinati a non incontrarsi mai.

    Hardin aveva scelto la droga e il finto approccio maturo: aveva evitato accuratamente Ethan Malfoy ma lo aveva fatto in modo che quasi non ce ne si rendeva conto; aveva preso di petto la situazione parlando con Tanya, con sua madre, con Anne Malfoy perfino, aveva aggirato l'ostacolo intrecciando discorsi con adulti responsabili a cui aveva nascosto che quella facciata di tranquillità era ben costruita con la verbena che gli correva nel sangue e lo aveva fatto in modo che ci si rendesse conto solo di sfuggita che non stava parlando con chi avrebbe dovuto. Suo padre, i suoi fratelli. Stava giocando al gioco delle tre carte e lo stava facendo bene, da buon stratega qual era.

    Henry aveva scelto il diniego. Non era successo niente e non sarebbe cambiato niente. Non aveva parlato con James, aveva ringhiato quando gli avevano proposto di parlare con Ethan e aveva finto che Harvey semplicemente non esistesse. Diniego assoluto, non stava accadendo e di certo non stava accadendo a lui. Poco maturo ma senza la volontà di fottere tutti gli altri che aveva Hardin.

    Harvey, infine, aveva preso le redini dello choc e lo aveva affrontato. Era il più grande quindi magari era questo, ma molto più probabilmente era quello che aveva più da guadagnare e meno da perdere da quella situazione. Improvvisamente la sua vita vuota si era popolata. Non aveva un solo fratello, ne aveva due. E non erano due persone qualsiasi: Harvey aveva sempre apprezzato Hardin e Henry, si era sempre sentito a proprio agio con loro e aveva sempre sentito un certo legame che gli altri due rifiutavano perché beh, Harv non li aveva certo aiutati a fidarsi di lui, ecco. Ma adesso era diverso. Adesso erano fratelli di sangue.


    Lo so. Ripetè con calma. Ma fingere che non stia succedendo niente non lo renderà meno reale. Se non vuoi parlare qui va bene. Vieni nel mio albergo dopo il turno. Beviamo una birra. O una bottiglia di alcol per i pavimenti se credi.

    Henry aggrottò le sopracciglia: non gli veniva proprio da sorridere ma era una buona battuta. Harvey sorrise afferrando quel filo.

    Possiamo parlare o guardare una partita o svaligiare il servizio in camera. Niente pressione te lo prometto.

    -Convinci così le ragazze a venire in camera tua?-

    Solo quelle che amano i malintenzionati psicopatici. Con le altre ballo, ma non credo che tu voglia ballare con me adesso.

    -Sei un idiota.-

    Mi hanno detto cose peggiori.
    Verrai?


    Hen sospirò guardandosi intorno e poi scrollò le spalle. -Okay, sì. Stacco alle 6.-

    Orario happy hour. Okay ti aspetto in hotel.

    Gli rivolse un cenno di saluto e se ne andò, prima che la sua presenza o insistenza potessero turbarlo di più.
    Aveva scelto di iniziare con Henry per varie ragioni, tra cui che Hardin era decisamente abile a sfilarsi dalle situazioni potenzialmente pericolose come quelle. Ma poi Harvey aveva capito abbastanza rapidamente che per un contatto superficiale si poteva passare direttamente da Bowman, ma se voleva essere ascoltato sul serio, se voleva qualcosa di più profondo, doveva andare a toccare Hardin dov'era più sensibile. Su Henry, su Tessa, su Thomas.
    C'era anche da dire che Henry lo preoccupava di più. Aveva paura che facesse qualche scemata e si sentiva responsabile.

    Non che Hardin non potesse fare scemate. Ma gli sembrava più stabile, perché esternava di più, ringhiava di meno.

    Grosso errore.




    Fine.
     
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